Ieri ’danee’, oggi ’cashi’ nel nuovo gergo giovanile

"Dall’hip hop americano arrivano prestiti adattati e non", dice la ricercatrice della Bicocca Claudia Bonsi.

MILANO

Si rivolgono ai coetanei chiamandosi ‘bro’. Decidono di andare in un posto solo se ha belle ‘vibes’. Pregando che qualcuno non uccidi il loro ‘mood’. Il gergo giovanile continua ad essere fucina di creatività, pieno com’è di colore e neologismi ma "rispetto al passato possiede delle caratteristiche distintive", rivela Claudia Bonsi, ricercatrice di linguistica italiana all’università di Milano-Bicocca. Lo slang dei giovani "continua a rispondere a una visione identitaria, di inventività verbale e ad una funzione di autoaffermazione. E si innesta su una base comune, l’italiano colloquiale". Ma il giovanilese parlato è diverso dalle dal ’68 "quando era sussunto in ambito politico, nel cosiddetto sinistrese". Così come da quello degli anni Ottanta e Novanta in cui era determinante l’influsso dei programmi televisivi, da “Drive In” alle trasmissioni di Mtv; oggi prevale la Rete.

Fra i ragazzi dell’ultimo decennio è fortissima la presenza di prestiti dall’inglese. Ad essere traghettate nell’italiano sono spesso espressioni che arrivano dalla cultura hip hop americana. In testa prestiti non adattati, cioè non tradotti. "Ci si rivolge a un coetaneo chiamandolo ‘bro’ fratello. Una festa può avere o non avere belle ‘vibes’ ossia vibrazioni". Spesso a veicolare gli inglesismi sono le canzoni dei rapper nostrani, a volte di seconda generazione. La ricercatrice della Bicocca fa l’esempio di una recente canzone di Ghali, “Good times” dove nel testo sono presenti ben tre locuzioni in inglese. Il rapper ripete “Ti prego non mi uccidere il mood”, suggerendo a qualcuno di non deprimerlo. “Ciò che dici, no, no, non è radio friendly” afferma ossia non è adatto per la radio. “Voglio stare in good times” (nei momenti belli). Ci sono poi termini stranieri adattati all’italiano come il popolarissimo ‘swaggare’ che deriva da ‘swag’. Nel gergo hip-hop corrisponde all’essere cool, con un proprio stile e personalità: "Il termine è stato importato e diffuso in Italia dal rapper Bello Figo" dice Bonsi. Un altro prestito adattato assai diffuso nel giovanilese è ‘cashi’ (dall’inglese ‘cash’) per riferirsi ai soldi. I regionalismi settentrionali sono meno che nel passato e permangono solo scorciamenti di lunga durata come ‘siga’ per sigaretta o ‘raga’ per ragazzi. Mentre il dialetto oggi non è più utilizzato in ambito milanese come serbatoio di espressioni colorate, a differenza di quello che succede ancora nella Capitale.

A.L.

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