I quattro morti in A4. "È omicidio stradale"

Un furgone tamponò un’auto ferma in corsia uccidendo i passeggeri. Chiuse le indagini, la procura accusa l’autista del mezzo

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Una strage con quattro morti sulla strada. Il furgoncino che arriva a tutta velocità in A4 e tampona violentemente la macchina ferma in terza corsia a causa di un precedente sinistro. E i quattro uomini dentro la vettura che muoiono praticamente sul colpo. Un quinto, che era uscito e si era messo davanti all’auto, si salverà ma dopo sei mesi di ospedale.

Una tragedia terribile quella avvenuta lo scorso maggio sull’autostrada Torino-Milano all’altezza di Ossona. I quattro uomini che persero la vita erano pakistani (come l’unico sopravvissuto), tutti fra i 30 e i 40 anni, tutti rider residenti nel Torinese che stavano venendo in città per la pratiche relative al rinnovo del loro permesso di soggiorno. Ora, chiuse le indagini, la Procura chiederà quasi certamente il processo per l’autista del furgone, un 50enne residente nel Veronese, con l’accusa di omicidio stradale plurimo.

La sua colpa, secondo la procura, sarebbe stata quella di tenere una velocità (almeno 140 km all’ora) superiore al limite prescritto dal codice e comunque di non essere riuscito a regolarla in modo tale da poter compiere tutte le manovre necessarie ad evitare l’impatto tremendo.

C’era traffico quella mattina intorno alle 10 sull’A4, ma neppure troppo. E il veicolo fermo sulla carreggiata era più che visibile a chi arrivava da dietro. In quel contesto, il guidatore del furgone Renault avrebbe dovuto frenare o modificare la propria traiettoria di marcia sterzando. Invece finì per tamponare con estrema violenza la Yaris dei pakistani, che si trovava ferma sulla terza corsia per colpa del tamponamento subito da un altro veicolo rimasto non identificato. Quel primo impatto aveva fatto scattare gli airbag di protezione ma di fatto aveva reso impossibile la ripresa della marcia.Così per i quattro rider pakistani non c’era stato scampo. Qamar, 35 anni, Abid,44 anni, Farid, e Aamir, 31 e 35 anni, erano nati in Pakistan ma vivevano a Torino da una decina d’anni. Lavoravano come rider, tutti i giorni in bicicletta a fare consegne a domicilio, soprattutto la sera.

La mattina del tragico incidente l’autostrada A4rimase chiusa per più di 6 ore, in direzione Milano, per permettere i rilievi e le operazioni di soccorso e la rimozione dei mezzi coinvolti. Inevitabili le lunghe code che quel giorno, fino a pomeriggio inoltrato, mandarono in tilt la circolazione.

Mario Consani

mail: mario.consani@ilgiorno.net

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