DIMARIANNA VAZZANA
Cronaca

"I miei anni beat e la musica nel sangue"

Odoardo Muto, in arte Edo, è stato il chitarrista dei “The Blacks“ negli anni Sessanta. L’ultima canzone composta un anno fa

di Marianna Vazzana

Lo sguardo di chi la sa lunga. Le dita che si muovono agili sulla chitarra con tre lettere dorate sul manico: "Edo", nome d’arte di Odoardo Muto, 80 anni. Sembra sempre sul punto di improvvisare uno spettacolo, nel salotto-cucina della sua casa popolare in via Del Turchino a due passi dall’Ortomercato. Basta chiedere e comincia. "Ho scritto l’ultimo brano un anno fa. S’intitola ‘Fingevi di amarmi’. Poi mi sono rotto il femore e sono stato 4 mesi in ospedale, al Trivulzio. Sono guarito e non ho neppure preso il Covid". E non ha mai smesso di suonare la chitarra."Questa me l’hanno regalata. La mia, storica, non ce l’ho più: ho venduto tutto quando me la passavo male. Sono passato dalle stelle alle stalle. Però ho sempre la musica e il vino, e sono contento così". Edo è stato uno dei quattro componenti del complesso milanese “The Blacks”, osannati dai giovani milanesi della beat generation degli anni Sessanta.

"Mi chiamavano ‘il pelato’ perché ero l’unico a portare i capelli corti. Io penso che i capelli lunghi stiano meglio alle donne". Nelle canzoni "mescolavamo rock, swing e rhythm and blues". Cresciuto nel quartiere Giambellino, "ho iniziato a 15 anni a esibirmi nelle balere - racconta -. Ero amico di Giorgio Gaber, ricordo quando compose ‘Non arrossire’ . Ho anche suonato con Toto Cutugno e altri artisti". Sul tavolo apre un ventaglio di foto in bianco e nero, una cartolina autografata da Milva e articoli di giornali.

In un ritaglio della rivista "L’Indiscreto", di oltre mezzo secolo fa, si legge che i Blacks erano stati l’unico complesso beat ammesso a Un disco per l’estate con la canzone "Tu sei come me" ma poi escluso perché ritenuto troppo "beat. Poche parole in italiano e molti yè-yè". Milanese come Edo era Flavio Maggioni (chitarra solista), mentre gli altri due musicisti, Mimmo e Nando Catania (chitarra-basso e batteria), erano originari di Gioia del Colle, in Puglia. "Tutti eravamo anche ‘voce’". Non provavano in qualche cantina ma "a casa della nonna di Flavio", sottolinea Edo. "Eravamo prodotti dalla Emi, etichetta discografica britannica. A notarci in un locale milanese fu il maestro Piero Trombetta, che ci segnalò. E mister Lee, il direttore, ci scritturò". Nella vita, oltre a essere musicista, "sono stato radiotecnico e dipendente di banca. Oggi sono pensionato. Non ho rimpianti, mi dispiace solo essere diventato vecchio. Ho amato, e molto. Sono stato sposato con Angela e sono papà di Massimiliano, che ha 53 anni. Poi sono tornato dal mio primo amore: Mariella, occupandomi anche di sua figlia Tiziana. Da 30 anni, vivo in via Del Turchino. Avevo anche moltissime ammiratrici, che mi spedivano lettere profumate".

I Blacks non passavano inosservati. "Una volta, in centro, un automobilista non smetteva di fissare Flavio, alto quasi due metri. Frenò bruscamente e causò tamponamenti a catena". Oggi Edo insegna a suonare la chitarra ai ragazzi e si esibisce per gli amici nel bar sotto casa. Quando è ispirato, compone. "Scrivo i testi a mano, ma quando mi hanno fatto ascoltare una canzone dei The Blacks su YouTube mi sono commosso".