I genitori studiano la Dad: "La scuola deve essere in sicurezza e presenza"

Cartelli davanti alle scuole attaccati dalle famiglie per chiedere la riapertura. In preparazione un flash mob

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La mobilitazione per la riapertura in presenza e in sicurezza della scuola, partita da un incontro su Meet con 100 genitori dell’istituto comprensivo Brianza di Bollate (che accoglie più di 700 studenti) si è subito estesa alle altre scuole della città che, sull’onda, si organizzano. A Bollate famiglie e studenti hanno affrontato la daddid con anticipo sul resto d’Italia (scuole chiuse dal 15 marzo), dato che il Comune è entrato in lockdown per variante inglese dal 17 febbraio scorso. Gli effetti della didattica a distanza sono preoccupanti.

"I primi studi rivelano gap formativi, al netto delle ricadute su socialità e benessere psicologico dei ragazzi. Ci siamo confrontati. Abbiamo fatto una attenta valutazione di costi e benefici: il prezzo è sotto gli occhi di tutti, mentre i benefici non sono ancora chiari nemmeno alla comunità scientifica mondiale. Possiamo continuare così?", dice Fabio Carminati, papà di due bambini che frequentano elementari e medie è una delle voci della mobilitazione bollatese. "La scuola non si tocca, la scuola è vita!", sostengono i genitori. Fuori dal municipio, con il via libera del sindaco, hanno appeso i cartelli dove spiegano le loro ragioni, mentre sul web cercano alleati con una petizione (change.org). Iniziativa preceduta dai cartelli affissi ai cancelli delle scuole, dalle foto simboliche scattate con i bambini fuori dai plessi, dai video spammati sui social. E una lettera spedita alle autorità per chiedere di poter tornare a scuola. I genitori pensano a un grande flash mob.

Monica Guerci

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