BARBARA CALDEROLA
Cronaca

"Ho risposto al telefono, era il Quirinale"

II sindaco Zacchetti: avevo scritto una lettera a Mattarella, in questi anni difficili è stato una presenza costante per noi amministratori

di Barbara Calderola

Le parole del Presidente nel discorso di fine anno gli erano arrivate dritte al cuore. E il sindaco senza confidarsi con nessuno ha spedito una lettera a Sergio Mattarella "per ringraziarlo della sua vicinanza che ho sempre sentito molto forte - racconta -. In questi anni difficili alla guida del Comune è stato una presenza costante per noi amministratori". Ermanno Zacchetti però non si sarebbe mai aspettato che il Colle lo chiamasse. E invece è successo.

Mercoledì sera era in ufficio ai piani alti di Villa Greppi, il municipio nel cuore della città, quando è squillato il telefonino. Sul display, un numero di Roma, annunciato dal prefisso. "Pensavo al solito call-center e invece era il Quirinale". Un’emozione "per chi come me ha un rispetto sacro delle istituzioni: un momento indimenticabile. Non poteva essere uno scherzo, non avevo detto a nessuno della missiva. In tutto la conversazione è durata tre minuti, ma sono già fra i più importanti della mia vita". "Il presidente ha sorriso quando ha letto che finiremo il mandato insieme".

Così Zacchetti gli aveva scritto per rompere il ghiaccio prima di rendergli merito "per il suo impegno nel difficile settennato che sta per chiudersi. Non erano parole di circostanza, attraverso il suo portavoce mi ha ringraziato ribadendo che i sindaci sono la spina dorsale del Paese. Pensieri che mi rimarranno dentro per sempre. Lo stile di Mattarella, pacato ma determinato, è un esempio per chi è al servizio della comunità". Nella missiva "avevo espresso anche tutto il mio apprezzamento per l’esortazione ai giovani a prendere in mano il destino del Paese, adesso.

Il gesto di rispondermi, come quelle parole sono l’emblema di un modo di essere che non può lasciare indifferenti. Sono un segnale forte per tutti i sindaci che come me in questi anni hanno vissuto il dramma della pandemia in mezzo alla gente nel tentativo di alleviare le difficoltà che ne sono derivate: materiali e morali senza mai scordare chi non ce l’ha fatta. Le vite stroncate dal virus restano una ferita che non si rimarginerà e il presidente lo sa. Condividerlo mi ha fatto sentire meno solo di fronte al dramma che ha investito tutti noi e alcuni più duramente di altri. Una telefonata può aiutare ad amare ancora di più la nostra Repubblica".