Donne, ebrei e migranti: così Milano odia su Twitter/ LE MAPPE

Nella ricerca dell’Osservatorio Vox il monitoraggio degli haters nel 2020, Milano è fra le città più intolleranti seconda solo a Roma

Gli hater su Twitter

Gli hater su Twitter

Milano, 23 novembre 2020 - Donne nel mirino dei “leoni da tastiera”, quest’anno ancora di più, soprattutto se lavoratrici. E nell’anno della pandemia, l’odio si scaglia anche contro gli ebrei e gli islamici, con veri picchi raggiunti per esempio in occasione del compleanno di Liliana Segre o del rilascio della cooperante milanese Silvia Romano. Sulla “Mappa dell’intolleranza 5.0” disegnata da Vox, l’Osservatorio italiano sui diritti che fotografa l’odio via social “geolocalizzando” i tweet, Milano è fra le città più intolleranti (18.026 tweet negativi), seconda a Roma (45.070 odiosi cinguetii) e seguita da Torino, Firenze, Bologna e Venezia.

La mappa - disegnata per il quinto anno in collaborazione con la Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, La Sapienza di Roma e il dipartimento di Sociologia della Cattolica di Milano - è a luci e ombre: l’odio sembra diminuire notevolmente rispetto al 2019, ma radicalizzarsi. E un odiatore via social su due se la prende con le donne. "Fattore determinante nell’analisi di quest’anno, che ha riguardato il periodo marzo - settembre 2020, è stato lo scatenarsi della pandemia da Covid-19 – spiegano i ricercatori – ansie, paure, difficoltà si sono affastellate nel vissuto quotidiano delle persone, contribuendo a creare un tessuto endemico di tensione e polarizzazione dei conflitti". Con l’isolamento, i social sono diventati terreno di incontro e di scontro. Sono stati raccolti un totale di 1.304.537 tweet, rilevati tra marzo e settembre 2020, dei quali 565.526 negativi (il 43% circa). Che si ridistribuiscono: se nel 2019 le categorie più colpite erano rappresentate dai migranti (32,74%), seguiti da donne (26,27%), islamici (14,84%), disabili (10,99%), ebrei (10,01%) e omosessuali (5,14%), nell’anno della pandemia l’odio si è scatenato in particolare sulle donne, con ben il 49,91% dei tweet negativi e picchi con i femminicidi.

A seguire ebrei (18,45%), migranti (14,40%), islamici (12,01%), omosessuali (3,28%) e disabili (1,95%). "Si odiano le categorie sociali più esposte ai cambiamenti e agli adattamenti necessari per superare l’attuale crisi pandemica: le donne e i migranti", emerge nella ricerca. Misoginia dilagante, con derisioni per l’aspetto fisico (body shaming) e attacchi veri e propri alle competenze e alla professionalità delle donne, prima non così frequenti. Un focus - in collaborazione con “ Giulia - Giornaliste Libere Autonome“ - è stato dedicato anche al mondo dell’informazione: nell’anno del Covid-19 anche giornalisti - e giornaliste - sono bersaglio. Obiettivo della ricerca di Vox, mappare il cosiddetto hate speech per individuare e combattere fenomeni di cyberbullismo, violenza e intolleranza.  

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