Gabriele
Moroni
Da pensionato, ho parecchio tempo libero. Cerco di non sprecarlo e di impiegarlo utilmente, qualche lettura, un buon film, i rapporti con gli amici. A proposito di amicizie. L’altro giorno mi sentivo straordinariamente sereno, contento. Ho deciso di concedermi un premio e mi sono tornate alla mente le parole di mio nonno: "Se sarai bravo, ti porterò a vedere i treni". "Vedere i treni": un piccolo premio della mia infanzia, in anni tanto lontani, in cui circolavano pochi soldi ma non è mai mancata la felicità familiare. Così sono andato in stazione. E chi ho trovato? Un mio amico, un amico di sempre, oltre a essere stato un compagno di viaggio per anni e anni di pendolarismo. Dopo qualche minuto si sono materializzati altri due amici. Abbiamo trascorso insieme un paio d’ore che sono letteralmente volate, parlando, chiacchierando, ricordando piacevolmente e senza nessuna nostalgia. Certo i treni e gli ambienti sono cambiati, ma è stato comunque qualcosa di bello, starei per dire di magico. Cosa sarà mai successo?
Salvatore, Voghera
È successo, caro Salvatore, che quelli della nostra generazione si portano dentro un piccolo patrimonio di emozioni, ricordi, stati d’animo che di tanto in tanto riaffiora. Le stazioni sono state una delle prime finestre che si sono aperte davanti ai nostri occhi e ci hanno fatto vedere o meglio immaginare e cercare di indovinare un piccolo spicchio di mondo. Per te e per i tuoi amici è scattato quel richiamo. E scatterà ancora, sicuramente. Vivrete altri momenti belli, da dividere tra amici. Vi ritroverete ancora e senza bisogno di fissare un appuntamento. Saranno la stazione e i treni a "chiamarvi".
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