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Addio a Giorgio Ciampi, il maestro di judo che mise ko due rapinatori armati: “Grazie per la passione che hai trasmesso”

Il campione di arti marziali è morto a 85 anni. Nel 1991 sventò un colpo nella sua gioielleria in piazza Missori, bloccando i due banditi che gli puntavano la pistola addosso: “Il judo mi ha salvato la vita”

Giorgio Ciampi

Milano – “Il maestro Giorgio Ciampi lascia un grande vuoto nel mondo del judo”. Così il Comitato Regionale Lombardia dI Judo ricorda la figura di Giorgio Ciampi, uno dei pionieri dell’arte marziale giapponese in Lombardia, morto all’età di 85 anni.

Difesa personale

Nato nel 1938, Ciampi fu campione italiano di judo e direttore delle Fiamme Oro Milano dal 1985 al 1992. Settimo dan, esperto di difesa personale, fu tra gli ideatori e promotori del metodo Mga, sistema di difesa che utilizza diverse arti marziali utilizzabile da chiunque, indipendentemente dalla forza fisica.

Docente e campione

Durante il servizio in polizia, fu docente di difesa personale alla Scuola di Polizia di Nettuno, al Reparto Celere di Milano, alla Scuola Polgai di Brescia. Il suo club, il Ken Otani di Cinisello Balsamo, sotto la sua guida vinse 14 titoli di Campione Italiano.

La rapina in piazza Missori

Ciampi fu poliziotto (ricoprendo incarichi di addestramento alla difesa personale e alle tecniche operative di Polizia) e poi gioielliere. Proprio in quest’ultima veste divenne noto per un tentativo di rapina nel suo negozio di piazza Missori 3 il 30 gennaio del 1991. Fu lui stesso, proprio utilizzando le tecniche di judo di cui era maestro, a sventare il colpo e immobilizzare i due criminali entrati nel locale con le pistole in pugno.

Due criminali K.O.

Fu lui stesso a raccontare l’accaduto ai giornali: i due rapinatori entrarono nel negozio intimandogli di aprire la cassaforte. Uno dei due mise la mano in tasca per prendere la pistola: “Era quello il momento di reagire – disse –  La filosofia del judo insegna infatti la flessibilità, sapere approfittare dell’errore dell’avversario. Con un balzo ho afferrato la mano del bandito che mi stava davanti e ho stretto con violenza la sciarpa attorno al collo. L’altro mi puntava la pistola ma non poteva sparare perché facevo in modo che sulla traiettoria della pistola ci fosse il complice. A un certo punto ho sentito un clic, per fortuna la pistola si è inceppata”. Stretto nella morsa di Ciampi, il primo criminale svenne, così l’orefice maestro di judo si avventò sul complice. Dopo un’altra colluttazione riuscì a immobilizzarlo e chiamare la polizia. I due vennero arrestati. “Per il Judo – sottolineò all’epoca con i giornalisti – spesso ho sacrificato la famiglia, ma questa volta mi ha salvato la vita”. 

La commozione social

Tutto il mondo lombardo, e non solo, del judo ha voluto salutare il maestro scomparso con una lunga serie di post sui social, arricchiti da tanti ricordi e aneddoti personali. “Con lui – scrive su Facebook un conoscente – se ne va un judo di straordinaria efficacia e bellezza. Carattere difficile. Combattente eccellente sul tatami (vinceva sempre) e sulla strada”. “Ciao maestro – commenta un utente sotto il post del Comitato Regionale Lombardo di Judo –  grazie per quanto ci hai dato con la tua esuberante umanità e passione per il judo”. “Grande Maestro di Judo e di vita – scrive un altro utente su Facebook –  Grazie per la passione che mi hai trasmesso in quel lontano corso di Mga”.