SIMONA BALLATORE
Cronaca

"Già 5.200 studenti prenotati: ricominciamo"

La Statale riapre lunedì tutte e venti le sedi: pronti a traslocare in Dad se l’arancione si fa “scuro“ . Il 3% dei prof chiede di stare in remoto

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di Simona Ballatore

La data è cerchiata sull’agenda da mesi: primo marzo, si torna in università. "Certo speravamo di poterlo fare in una situazione sanitaria migliore e non con la zona “arancione“ che incombe. Sappiamo dai nostri medici che la situazione è complicata e tutta in divenire, ma ci siamo organizzati bene, in sicurezza". Così Elio Franzini, rettore della Statale di Milano, si prepara a riaprire tutte le venti sedi dell’ateneo: si torna al 50% – "forse qualcosina di più" – anche se Milano sarà “arancione“, ci si sposterà tutti in didattica a distanza in caso di “arancione rinforzato“.

Rettore, chi tornerà lunedì?

"I corsi delle facoltà sanitarie sono già cominciati, ma lunedì riparte tutto quanto, utilizzando le aule attrezzate, con una percentuale anche superiore al 50% delle presenze dove gli spazi lo consentono. Gli studenti dovranno prenotarsi, lo possono fare una settimana prima e – anche se sappiamo che solitamente si aspetta l’ultimo – abbiamo già 5.700 prenotazioni da lunedì a venerdì. Per chi ha difficoltà, è stata aperta una mail ad hoc: app@unimi.it".

C’è chi aspetta alla finestra?

"Sicuramente nelle aule vedremo più studenti milanesi che da fuori città, ma tutto verrà trasmesso anche in didattica a distanza e sarà fruibile in tre modalità: presenza, webconference e in asincrono. In tanti già frequentano biblioteche e aule studio, c’è una voglia di tornare che raramente ho visto".

E tra i prof? C’è chi frena?

"Meno di quanti pensassi. I professori che hanno patologie serie o convivono con persone con patologie gravi possono restare in Dad, basta l’autocertificazione. A livello di ateneo siamo sul 2-3% su oltre duemila docenti. Percentuale che si alza al 10% nei corsi umanistici".

Tutti in attesa dei vaccini?

"Abbiamo un piano di ateneo per la vaccinazione del personale, accompagnato da sierologici per stabilire un ordine di priorità. Nell’area sanitaria, tutti hanno già fatto la seconda dose, per gli altri l’adesione alla nostra campagna vaccinale è massiccia: ad oggi si sono fatti avanti in 3.102. Speriamo che arrivino presto i vaccini, però".

Col primo marzo saranno operativi tutti gli atenei milanesi, salvo ordinanze last minute. Trasporti sorvegliati speciali?

"Come UniMi non dovremmo creare molte disfunzioni in realtà: abbiamo venti sedi didattiche diverse e iniziamo più tardi, evitando l’orario dalle 8 alle 9. A Città Studi, per evitare che tra noi e il Politecnico arrivino 22mila persone alla stessa ora, abbiamo diversificato gli orari. Noi inizieremo alle 9.45. Un’ora e mezza di lezione di fila, mezz’ora di sanificazione. Ultima lezione alle 19.30, pulizie e si chiude".

Lezioni al sabato?

"Ove necessario sì, ma al momento non è previsto".

Il personale com’è organizzato?

"Il 55% continua a venire anche quando, per l’incarico che ricopre, non è forzato. Il clima è sereno, ora vediamo l’evoluzione della situazione. Anche in Lombardia non cominciano tutti, il Bresciano è in Dad, noi siamo pronti a regolarci in base alla situazione e alle ordinanze".

Sarà un semestre stop and go?

"Probabilmente sì, ha ragione la ministra Cristina Messa, il 6 aprile, quando scadrà il prossimo Dpcm, la situazione dovrebbe essere più stabile".

A proposito, cosa ne pensa delle sue prime indicazioni?

"Messa è preparatissima. Ci aspettiamo molto da lei, in particolare per quanto riguarda il recovery fund. Anche Manfredi è stato un ottimo ministro, ma sono certo che Messa metterà nel suo lavoro la stessa lucidità che ha dimostrato da rettore a Milano. Giusto sburocratizzare molte pratiche, aumentare interdisciplinarità e corpo docente".

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