MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Galleria, asta da record. Tiffany vince e sborsa 20mila euro al metro. Un prezzo da New York

Dopo 27 rilanci, la griffe conquista lo spazio Swarovski con 3,6 milioni di euro. Il valore del Salotto si avvicina a quello della Quinta Strada della Grande Mela. L’assessore Conte: risorse che utilizzeremo per servizi di maggior qualità.

È un’asta all’incanto da record. Non era mai successo che il Comune riuscisse a ottenere 20.630 euro al metro quadrato per uno spazio dato in affitto in Galleria Vittorio Emanuele. Ci è riuscito ieri mattina, quando all’asta per il negozio finora a insegna Swarovski a pochi passi dall’Ottagono hanno partecipato dieci griffe e alla fine, dopo ben 27 rilanci da 50 mila euro o più, ha prevalso Tiffany & Co., che ha offerto 3,6 milioni di euro per il canone annuale dell’immobile di 174,5 mq, la cui base d’asta era di 506 mila euro. Da un rapido calcolo si scopre, come anticipato all’inizio, che un metro quadrato nel Salotto dei milanesi può valere 20.630 euro, una cifra molto simile al prezzo medio – 21.076 euro al mq – per conquistare uno spazio commerciale nell’Upper 5th Avenue di New York, forse la via commerciale più cara al mondo per le griffe di alta moda e non solo.

La Galleria meneghina come la Quinta Strada della Grande Mela? Non proprio, perché i 21.076 euro al mq newyorkesi sono una media, mentre i 20.630 euro al mq milanesi sono un picco. Eppure, precisazioni a parte, l’asta andata ieri in scena al secondo piano del palazzo comunale di via Larga è un segnale molto positivo, dal punto di vista strettamente economico-immobilare, per il capoluogo lombardo. La Milano del post-Expo 2015 vale sempre di più, soprattutto nei suoi luoghi chiave nel centro storico. Una tendenza che deve far sorridere ma anche riflettere l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala: la Milano cara, infatti, in questo caso fa felici le tasche di Palazzo Marino ma in altri casi e contesti – ad esempio sul fronte dei prezzi delle case – espelle dalla città della Madonnina il ceto medio-basso. Un problema.

Ma restiamo all’asta di ieri, condotta dal direttore del settore demanio del Comune, Massimo Marzolla, che aveva davanti a sé i rappresentanti di dieci grandi marchi, tutti desiderosi di conquistare i 174,5 mq: Damiani, Swatch, Tiffany, Samsonite, Jil Sander, Prada, Valentino, Tory Burch e la stessa Swarovski, che per anni ha occupato quella frazione della Galleria ma ora, nel giro di qualche mese, dovrà lasciare spazio a Tiffany.

L’esito delle precedenti aste all’incanto? Nel novembre 2019 – la prima in assoluto – Armani si è aggiudicato l’ex spazio Tim per 1,9 milioni di euro all’anno dopo 24 rilanci; nel febbraio 2020 Fendi l’ex spazio Armani per 2,4 milioni di euro dopo 28 rilanci; sempre nel febbraio 2020 Dior ha conquistato l’ex negozio Versace per 5 milioni di euro dopo 38 rilanci; nel luglio 2020 Santoni l’ex Nara Camicie per 589 mila euro dopo cinque rilanci; nel novembre 2022, infine, Loro Piana ha ottenuto la concessione dell’ex negozio Tod’s per 2,3 milioni dopo 31 rilanci. Fino all’asta da record di ieri, l’ultima all’incanto fino al 2030.

L’assessore comunale al Bilancio Emmanuel Conte commenta: "I bandi ad evidenza pubblica e, in particolare, le gare all’incanto per gli spazi di maggior pregio sull’Ottagono, incrementano le risorse che il Comune può redistribuire fra le cittadine e i cittadini, trasformandole in servizi maggiori e di maggiore qualità. Nell’ultimo bilancio abbiamo potuto irrobustire i budget del welfare, dell’educazione, della sicurezza anche grazie agli introiti dai canoni della Galleria, che dal 2018 ad oggi sono cresciuti da 30 milioni a 70 milioni di euro. Per questo, concluse le gare per le vetrine al piano terra, guardiamo ai piani alti per continuare a valorizzare un complesso monumentale che da 150 anni accompagna con la sua discrezione ed eleganza la storia della città e, come Milano, diventa sempre più attrattiva".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro