Coniugi milanesi travolti dalla frana in Val Ferret: in un video la morte in diretta

Le immagini sono state girate da due ragazzi della valle: indagano i finanzieri

La frana caduta ieri nella Val Ferret (Ansa)

La frana caduta ieri nella Val Ferret (Ansa)

Milano, 8 agosto 2018 - C'è un video che mostra gli ultimi istanti di vita di Vincenzo Mattioli, 71 anni, e della moglie Barbara Gulizia, 69, i coniugi milanesi morti dopo essere stati travolti, lunedì scorso, dalla frana scatenata da un temporale violentissimo. Un temporale che ha scagliato sulla strada tonnellate di rocce «grandi come lavatrici» – parole dei testimoni – e fango, seppellendo la loro auto in Val Ferret a Courmayeur (Aosta). Un video di 14 secondi, girato da due ragazzi originari della valle, pure loro bloccati in auto, che sono riusciti a salvarsi. Lo smartphone di uno di loro ha ripreso il disastro attorno alle auto parcheggiate, all’altezza di un ponte che collega la strada a un rifugio. 

Si vede la donna seduta su una Fiat Panda gialla, distante pochi metri da chi riprende: si apre la portiera, spuntano due gambe; prova a scendere dal veicolo. L’auto è bloccata. Poi la videocamera del cellulare spazia inquadrando lo scenario tutt’attorno. A chiudere il video, un’imprecazione di chi sta girando. In un’altra clip, i due ragazzi scherzano, anziché fuggire per salvarsi in fretta: «Allora, se dovessimo morire in Val Ferret, io volevo salutare gli amici e i parenti, una valanga ci ha appena bloccati». Ai due è stato impedito di pubblicare il video on line ed è nelle mani di chi sta indagando sulla vicenda. Saranno sentiti dal Soccorso alpino della Guardia di finanza di Entreves che conduce gli accertamenti sul caso. Intanto Milano piange Vincenzo Mattioli e Barbara Gulizia. Il corpo di lui è stato trovato lunedì sera, intrappolato tra le lamiere dell’auto. 

Quello di lei, in un primo momento disperso, è stato individuato alcune ore dopo, sotto il veicolo e recuperato da vigili del fuoco e Guardia di finanza. A quanto pare, i due conoscevano bene quella valle e Courmayeur: «Avevano una casetta di proprietà a Morgex (a circa 15 chilometri di distanza, ndr) ed era la prima volta che potevano godersela per più giorni di fila», ricordano gli amici al quartiere Bovisasca, periferia nord della città. «A Milano – aggiungono – erano molto attivi, si preoccupavano dei figli Simone ed Emanuela e anche dei vicini di casa. Sempre presenti in parrocchia, si davano da fare per aiutare il prossimo». «Erano persone semplici e serie», che in quel quartiere avevano passato tutta la vita. Lui, ingegnere in pensione, ex dirigente industriale. Lei, pure in pensione, aveva insegnato per tanti anni Religione, dopo aver lasciato un posto da impiegata in un’azienda.  «Una donna colta, che si era formata attraverso tanti sacrifici», sottolinea una conoscente. «A un certo punto della vita aveva voluto laurearsi in Scienze religiose. Mattioli, poi, «si faceva in quattro per gli altri: aggiustava oggetti e raccoglieva tappi di plastica per donarli alle associazioni che, dal riciclo, potevano ricavare benefici».

Intanto, sul posto, lo scenario resta catastrofico. Sono circa 25.000 i metri cubi di detriti caduti, che hanno occupato un tratto di torrente lungo 700 metri e sepolto la strada comunale.  In totale  sono quasi 200 le persone sfollate, sistemate al Forum Sport Center di Courmayeur. «Profondo cordoglio» per la tragedia è stato espresso dal presidente della Regione Valle d’Aosta, Nicoletta Spelgatti, dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Fosson, e dal sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi.   

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