NICOLA PALMA
Cronaca

Insospettabile amministratore di condominio custodiva foto e video pedopornografici nello spazio cloud dell’ufficio

Arrestato anche un egiziano di 68 anni. Gli specialisti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Milano sono arrivati ai due grazi e alle segnalazioni del National center for missing&exploited Children

L'operazione è stata condotta dagli specialisti della Polizia

L'operazione è stata condotta dagli specialisti della Polizia

Milano, 8 agosto 2025 –  Ha 56 anni, è italiano e di mestiere fa l’amministratore di condominio. Un profilo da insospettabile. Eppure l’imponente mole di foto e video ritrovata dagli specialisti della Postale nello spazio cloud legato al pc di lavoro non lasciano spazio alle interpretazioni. L’uomo è stato arrestato in flagrante per detenzione di materiale pornografico realizzato mediante lo sfruttamento di minorenni.

L’altro identikit porta a un sessantottenne egiziano, che vive in una casa popolare e che una quindicina d’anni fa fu accusato di violenza sessuale su minori. Gli specialisti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Milano sono arrivati ai due grazie alle segnalazioni del National center for missing&exploited Children (Ncmec), l’organizzazione senza scopo di lucro finanziata dal Dipartimento di giustizia americano che traccia e veicola agli altri Stati informazioni sulla circolazione sul web di materiale pedopornografico. Nel caso del professionista, l’alert è stato inviato a Ncmec da un’azienda canadese che gestisce un’app di messaggistica istantanea.

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I dati “grezzi” che fanno riferimento all’Italia vengono inviati agli esperti del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on line (Cncpo), che a loro volta, sulla base della geolocalizzazione degli indirizzi Ip e di altre tracce telematiche, affidano il compito di identificare gli utilizzatori ai centri operativi competenti per il territorio. E così gli investigatori milanesi, coordinati dal pool di magistrati guidato dall’aggiunto Maria Letizia Mannella, sono riusciti a smascherare chi si celava dietro i nickname. Poi sono scattate le perquisizioni, che hanno confermato ampiamente i sospetti della Postale: oltre alle abitazioni, i poliziotti hanno immediatamente passato al setaccio i numerosi dispositivi elettronici dei due indagati, sequestrando cinque smartphone, Sd card, chiavette Usb e tre spazi cloud per un totale di oltre due terabyte di dati.