
Classe 1987, Chiara Ferragni è ad di TBS Crew srl e Chiara Ferragni Brand
MILANO – Forse l’annus horribilis di Chiara Ferragni, l’influencer che con i suoi 30 milioni di follower aveva rivoluzionato la comunicazione digitale, è davvero finito. Ed è sempre il Natale, a distanza di un anno, che le porta in dono stavolta un po’ di serenità e tutte le premesse per mettere la parola fine alle vicende giudiziarie che avevano fatto appannare la sua stella.
Il “patto del Pandoro” prevede, in sostanza, un accordo economico extragiudiziale tra Ferragni, Codacons e Associazione utenti servizi radiotelevisivi per chiudere ogni reciproca contestazione. L’ex regina delle influencer donerà 200mila euro a favore di un ente dedicato al supporto delle donne vittime di violenza e parteciperà anche all’evento nazionale sempre sul tema violenza di genere organizzato da Codacons, oltre, naturalmente a risarcire i consumatori: 150 euro a testa a chi si è rivolto all’associazione.
Di questi tempi, un anno fa, l’associazione l’aveva querelata per truffa: secondo il Codacons tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica erano stati realizzati associando le vendite del Pandoro Balocco, griffato Ferragni, al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione fosse stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite del pandoro e solo dall’azienda Balocco. Da qui era nata l’inchiesta penale coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal procuratore capo Marcello Viola che la vedeva indagata per truffa aggravata insieme al suo ex braccio destro Fabio Maria Damato (che nel frattempo ha lasciato le aziende) e ad Alessandra Balocco, legale rappresentante della Balocco Spa.
Di acqua sotto i ponti ne è passata, anche se in un solo anno, scaricata da tutte le griffe che fino ad un minuto prima dello scandalo l’avevano osannata, raggiunto l’accordo di divorzio con l’ex marito Fedez, Ferragni si appresta a rinascere come il nome della sua società Fenice. In una nota, i suoi difensori Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, scrivono: “l’accordo segna la duplice volontà delle parti, da un lato, di chiudere le pregresse vertenze e, dall’altro lato, di guardare positivamente al futuro, instaurando un clima di collaborazione e rispetto con l’obiettivo di favorire iniziative concrete e un dialogo costruttivo su temi sociali di comune interesse”. Se il Codacons ritirerà la querela, come sarebbe intenzionato a fare, la Procura potrebbe riconsiderare le accuse contenute nell’inchiesta che ha chiuso ad ottobre e decidere di chiedere l’archiviazione. In sostanza la vicenda penale, venendo meno la querela di parte, dovrebbe chiudersi senza andare oltre.
Una storia che pare avviarsi verso il lieto fine con l‘avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons, che “esprime il suo apprezzamento per l’accordo raggiunto, di completa soddisfazione per le associazioni e per i consumatori, e sottolinea l’importanza della donazione concordata, che potrà essere di concreto aiuto alle donne più fragili”. Se è vero che Ferragni ha subito un danno reputazionale da questa vicenda giudiziaria, è altresì vero che le restano 28 milioni di follower per guardare positivamente al futuro.