
Fedez
Milano, 30 dicembre 2016 - Per la gioia dei suoi avvocati, è tutta una querela. Il giovane rapper Fedez (all’anagrafe Federico Leonardo Lucia) è tra i nomi più riconosciuti non solo dai fan della sua musica e di X-Factor, il talent tivù di cui da qualche anno è giudice, ma anche dai computer della procura. Milanese dell’hinterland, appena 27 anni, già da tempo Fedez è animatore indiscusso di eventi musicali e mondani, autore di brani divenuti veri e propri tormentoni, brillante protagonista di polemiche su giornali e tivù, grande utilizzatore di facebook e twitter, spesso accompagnato da giovani e non solo simpatiche ragazze e sempre inseguito da schiere di ammiratrici. Oltre a tutto questo e ad altro ancora - come essere divenuto proprietario di un appartamento da sogno e imprenditore del suo stesso brand - Fedez sembra però afflitto da una strana tendenza per uno come lui che non ha nemmeno trent’anni: la denuncia facile. Ora come ora, infatti, sono circa una decina i fascicoli giudiziari aperti in Procura, curati da diversi magistrati che hanno dato seguito a esposti o querele presentate da Fedez e dai suoi legali per i motivi più diversi. La maggior parte dei casi, in realtà, riguarda l’attività commerciale del rapper.
Se per esempio qualcuno mette in vendita un calendario (non autorizzato) con la sua foto, Fedez ovviamente lo denuncia. E così se qualcuno tenta di sfruttare il suo nome producendo, come in un altro caso, berretti. Non sempre le sue querele vanno però a buon fine. Non quella addirittura contro Amazon, accusata di vendere suoi gadget “taroccati” (archiviata, dopo che il colosso dell’online aveva già ritirato i prodotti). In altri casi si tratta di vertenze tra lui e i “soci” di qualche azienda creata per lo sfruttamento del marchio e che lui accusa ora di appropriazione indebita. Ma c’è anche la querela nata dall’aggressione subita da Fedez ad opera di un vicino di casa che lo accusava di tenere la musica a volume troppo alto e quella contro il giornalista Nicola Porro, che in tivù lo chiamò «viziatello» e «ragazzo cattivo», augurandosi per lui lo stesso trattamento (a suon di scapaccioni) che la celebre “mamma di Baltimora” utilizzò contro il proprio figlio abituale frequentatore di cortei ad alto tasso di violenza. Il tutto dopo che Fedez aveva preso le difese dei No-Expo che un anno e mezzo fa misero a ferro e fuoco la città. Lui si offese a morte per le parole di Porro e il riferimento a Baltimora, ma anche in questo caso il pm ha chiesto l’archiviazione della sua querela riconoscendo al giornalista «legittima espressione del diritto di critica».