Milano, 26 settembre 2024 – “Siamo molto contenti di apprendere che il nome di Enzo Baldoni sarà inserito nel Famedio. Milano non era la sua città di nascita, ma certamente era diventata la sua amata casa. Ringraziamo il sindaco Sala e l’amministrazione comunale per questo riconoscimento che cade esattamente a vent’anni dalla sua scomparsa”.
È il messaggio dei familiari di Enzo Baldoni - la moglie Giusi Bonsignore e i due figli, Gabriella e Guido - che esprimono tutta la loro gioia per l’iscrizione al Famedio, il pantheon dei milanesi illustri al Cimitero Monumentale, del giornalista, blogger e pubblicitario sequestrato e ucciso vent’anni fa in Iraq. Iscrizione che era stata chiesta in passato dalla famiglia. L’importanza della memoria era tra i temi toccati anche in un messaggio dei familiari pubblicato dal Giorno in occasione dei vent’anni dall’assassinio di Baldoni per mano dell’Esercito islamico, seguito da appelli a non dimenticare la sua figura lanciati anche dall’amica Lella Costa.
Appelli raccolti dalla capogruppo del Pd a Palazzo Marino, Beatrice Uguccioni, che ha presentato formalmente la richiesta (sottoscritta anche da altri consiglieri comunali) per inserire il suo nome tra quelli vagliati dalla Commissione per le iscrizioni al Famedio. Oltre a Baldoni, sono altre 12 le personalità che entreranno nel pantheon del Monumentale dove riposa, tra gli altri, lo scrittore Alessandro Manzoni. I nomi sono quelli del commissario Luigi Calabresi, ucciso negli Anni di piombo, del pianista Maurizio Pollini, dell’architetto Italo Rota. Poi la neuropsichiatra infantile Maria Alda Bencini, Irene Camber leggenda della scherma azzurra, Maria Bianca Cita, scienziata, geologa e paleontologa, la presidente di MiTo Anna Gastel, don Luigi Melesi che è stato cappellano nel carcere di San Vittore, Franca Nuti, grande interprete del teatro italiano, la scienziata e coautrice della scoperta del Bosone di Higgs Laura Perini, lo storico patron di Peck Angelo Stoppani, il giornalista Giuseppe Turani. Personalità che si sono distinte in ambiti diversi, dallo sport all’imprenditoria, dalla scienza alla cultura.
“La scelta di iscrivere mio marito al Famedio mi rende felice – spiega Gemma Capra, la moglie di Luigi Calabresi – e la cosa più importante è che non ci sono state divisioni o polemiche. Questo passaggio, condiviso da tutti, rende definitivamente onore alla sua figura. Ringraziamo, per questo, la Commissione”. L’ultimo atto di una storia di speranza e coraggio, partita dalla tragedia che ha sconvolto la famiglia, la morte del commissario ucciso da Lotta Continua il 17 maggio 1972. Una storia che ha visto, tra le tappe cruciali, l’incontro al Quirinale il 9 maggio del 2009 tra Gemma Capra e Licia Rognini, vedova del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli morto in Questura a Milano la notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 in circostanze mai del tutto chiarite, “diciottesima vittima della strage di Piazza Fontana”. Esistenze che si sono incrociate grazie all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.