Fabrizio Corona, soldi trovati nel controsoffitto: assoluzione definitiva

La Procura generale non ha presentato ricorso in Cassazione su questa imputazione caduta in primo grado e in appello

Fabrizio Corona

Fabrizio Corona

Milano, 5 giugno2019 - È definitiva l'assoluzione di Fabrizio Corona dall'accusa di intestazione fittizia di beni per la vicenda dei circa 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria, che lo aveva riportato in carcere nell'ottobre del 2016. La Procura generale, infatti, non ha presentato ricorso in Cassazione su questa imputazione caduta in primo grado e in appello, mentre nello stesso processo a Milano l'ex 're dei paparazzi' è stato condannato in secondo grado a 6 mesi (1 anno in primo grado) ma solo per un illecito fiscale su una cartella esattoriale che nulla aveva a che vedere con il caso dei contanti.  La difesa, coi legali Ivano Chiesa e Luca Sirotti, ha depositato, invece, il ricorso alla Suprema Corte contro la condanna per il reato fiscale e l'udienza su questa imputazione è fissata per il prossimo 9 luglio.

La Corte d'Appello di Milano, confermando l'assoluzione dall'accusa principale del processo, già decisa in primo grado dal collegio presieduto da Guido Salvini, ha spiegato nelle motivazioni, depositate a fine dicembre, che non può essere ritenuto un'intestazione fittizia di beni "il deposito in un'abitazione privata" di contanti. Un deposito che in questo caso era stato "reso occulto per ragioni attinenti la necessità di prevenire sottrazioni", ossia solo per evitare che quel denaro venisse rubato, e lo stesso discorso vale per "somme custodite in cassette di sicurezza". La Corte col verdetto dello scorso settembre aveva anche ridotto da 1 anno a 6 mesi la pena per Corona per l'illecito fiscale, concedendogli un'attenuante per aver saldato il debito. Nelle motivazioni la Corte ha confermato anche che quei contanti non erano altro che i «proventi in nero delle attività lavorative» dell'ex agente fotografico, che ha poi saldato i debiti tributari. "Sedici mesi di carcere per Fabrizio e 7 per Francesca Persi (la sua collaboratrice che custodiva i soldi, ndr) senza motivo", aveva spiegato l'avvocato Chiesa dopo la sentenza.

Nel frattempo, l'ex agente fotografico è tornato in carcere a fine marzo per una serie di violazioni dell'affidamento terapeutico che aveva ottenuto per curarsi dalla dipendenza dalla cocaina. Il tribunale di Sorveglianza aveva infatti accolto la richiesta della Procura, che a fine gennaio aveva chiesto il ritorno in carcere di Corona. Uno degli episodi che la Procura contestava a Corona, nell'ambito della violazione del programma terapeutico, era la ormai celebre incursione nel boschetto della droga di Rogoredo dove l'ex paparazzo si era introdotto, a suo dire, per realizzare un servizio e dove poi subì un'aggressione da parte degli spacciatori. La revoca riguardava gli ultimi 5 mesi, a partire dal 26 novembre scorso, quando lo stesso Tribunale di sorveglianza aveva concesso l'affidamento terapeutico. Cinque mesi che quindi Corona sta scontando nuovamente, questa volta dietro le sbarre. I suoi legali Andrea Marini e Antonella Minieri avevano chiesto un nuovo affidamento terapeutico con una serie di restrizioni, tra cui la frequentazione costante di una comunità. Richiesta 'bocciata'. ll suo fine pena per le condanne definitive del passato è previsto per l'autunno 2022.

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