
Raffaele Cantone (Olycom)
Milano, 6 agosto 2014 - Per Raffaele Cantone e gli uomini del suo team non è tempo di vacanze. «E chissà se le faremo - spiega il presidente dell’Autorità anticorruzione - i controlli sull’Expo procedono a ritmo serrato e per non intralciare l’organizzazione dell’evento ci siamo imposti tempi stretti, strettissimi. Questo per riuscire a garantire risposte sui quesiti che ci vengono posti nell’arco di sette o al massimo di 15 giorni, a seconda della complessità dell’appalto da esaminare». Se ne è parlato ieri pomeriggio a Roma, nel corso dell’incontro che Cantone ha avuto a Palazzo Chigi, se ne riparlerà oggi a Milano: nella riunione prevista per le 11 a Palazzo Marino, col sindaco Giuliano Pisapia, e poi negli uffici di via Rovello, con i vertici della società Expo Spa. All’ordine del giorno, il punto sull’attività di monitoraggio dei contratti condotta dall’Anac, ma anche le allarmanti conclusioni del lavoro svolto dal Comitato antimafia. «Insieme a Pisapia - annuncia Cantone - vedrò alcuni componenti del Comitato per approfondire i punti del rapporto sulle infiltrazioni della criminalità organizzata. Quello che posso dire alla vigilia dell’incontro, è che da parte nostra c’è tutto l’impegno a lavorare a fondo, anche alla luce dell’accordo che ha affidato all’Anac la vigilanza sui contratti pubblici».
Nando Dalla Chiesa, presidente del Comitato antimafia, ha detto: «Non ci sono regole che salvano, ma solo controlli, controlli e controlli». «Sono d’accordo. Questo è il compito che ci è stato affidato. E che stiamo portando avanti quotidianamente, lavorando con grande celerità. Più velocemente di quanto ci era stato chiesto». Come procede il monitoraggio? «Abbiamo autorizzato un numero rilevante di bandi e molti altri sono attualmente sotto esame. Ci sono stati richiesti moltissimi pareri e in qualche caso la nostra risposta è stata negativa». La presenza della ’ndrangheta è una realtà anche nei lavori per l’Expo 2015. Come contrastare le infiltrazioni? «Con tagliandi puntuali e continuativi. E questo è il motivo per cui torno a Milano a incontrare i vertici dell’Expo. Non basta trasmettersi delle carte, occorre confrontarsi e prendere decisioni. Sono però soddisfatto del clima di collaborazione che si è instaurato con la società Expo e i responsabili del Padiglione Italia». Li ha visti a Roma. Cosa vi siete detti? «È stato fatto il punto sulla tempistica delle opere. Sala e la Bracco hanno distribuito brossure con lo stato dell’arte e le previsioni sui lavori. Tutto procede bene, i Paesi sono 147. Ora studieremo i modi e le priorità per accelerare ulteriormente con i controlli».