Eroina sintetica dagli Usa: a Milano la prima vittima in Italia. "Forse altri casi"

Un morto nel 2017. "Allarme in ritardo"

Una dose di eroina (Foto di repertorio)

Una dose di eroina (Foto di repertorio)

Milano, 14 settembre 2018 - Una morte preoccupante. Così allarmante da generare due giorni fa un avviso di Allerta 3, il più alto possibile, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Eppure non se ne fa cenno nei documenti più recenti sulla diffusione degli stupefacenti in Italia, a cominciare dalla relazione annuale 2017 della Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’Interno, presentata a giugno. Per 17 mesi nessuno ha mai fatto riferimento a un decesso per overdose da Ocfentanil, potentissimo oppoide sintetico che da tempo sta mietendo vittime negli Stati Uniti. Sì, perché il caso in questione risale all’aprile del 2017, quando in un’abitazione di Milano è stato trovato il corpo senza vita di un 39enne: accanto al cadavere sono stati rinvenuti una siringa, un accendino e una busta di plastica contenente alcune centinaia di milligrammi di sostanza di colore giallo-marrone.

Con ogni probabilità, l’uomo l’ha comprata convinto che fosse eroina. E invece le analisi tossicologiche hanno evidenziato la presenza della molecola dell’Ocfentanil, cioè quella presente nel Fentanyl, un analgesico dagli effetti 100 volte più potenti della morfina che lo scorso anno ha ucciso migliaia di persone dall’altra parte dell’Atlantico. «Noi addetti ai lavori siamo stati avvertiti oggi (due giorni fa, ndr), quindi con un anno e mezzo di ritardo – attacca Ernesto De Bernandis, medico delle dipendenze a Siracusa che l’altro ieri ha reso noto il documento nonostante ne fosse stata espressamente vietata la divulgazione sul web –. Avremmo dovuto saperlo prima per avvisare i consumatori dei rischi legati alla presenza nel mercato italiano di questi derivati sintetici molto più potenti dell’eroina, e quindi con rischio maggiore di overdose e decesso». «Noi l’allerta l’abbiamo lanciata quattro giorni dopo che vi era stata data notizia dal centro collaborativo Milano – ribatte Roberta Pacifici, direttrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss –. Questa è una nuova molecola e servono standard e metodi per metterla in evidenza: quando arrivano dagli Usa in Europa, iniziano a distribuirli e si rifanno le analisi sui decessi la cui causa è rimasta in sospeso. È possibile che si siano verificati altri decessi nel periodo in cui questi standard erano assenti». Dal canto suo, il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana annuncia di aver «dato disposizione al Dipartimento per le politiche antidroga di effettuare le opportune verifiche per capire eventuali interventi sull’organizzazione attuale del sistema di allerta, allo stato gestito dall’Istituto superiore di sanità».

L’obiettivo: «Lavorare a una revisione dell’intero sistema». Polemiche sui tempi a parte, gli esperti del settore erano loro malgrado sicuri che prima o poi questo avviso sarebbe arrivato, consapevoli del fatto che le tendenze in materia di droga che si sviluppano in America sono fatalmente destinate a replicarsi in Europa nel giro di qualche lustro. Così è stato. E ora l’interrogativo che in tanti si pongono è: ci sono stati altri casi non censiti? I pusher smerciano Fentanyl in polvere spacciandolo per eroina?

Al boschetto di Rogoredo a Milano – una delle piazze di spaccio più frequentate del Nord Italia e sottopostaa sistematici controlli da parte delle forze dell’ordine (gli ultimi due a opera dei carabinieri della Compagnia Monforte tra metà e fine agosto, con decine di assuntori identificati e l’abbattimento delle baracche di fortuna utilizzate dagli spacciatori) – gli investigatori non hanno mai intercettato quella sostanza. Tuttavia, il timore che gli oppiacei sintetici possano prendere piede è fondato e spaventa, visto che l’allerta diramata a Ministero della Salute, Agenzia del farmaco, assessorati regionali e Croce Rossa parla di «condizioni di rischio di gravi danni della salute».

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