REDAZIONE MILANO

Emorragia fatale per Sueli. Inchiesta sull’accelerante

I primi esiti dell’autopsia rivelano che la quarantottenne è caduta su un fianco. Accertamenti chimici sulla sostanza usata dal compagno per appiccare il rogo.

L’appartamento del quarto piano di viale Abruzzi 64 devastato dalle fiamme

L’appartamento del quarto piano di viale Abruzzi 64 devastato dalle fiamme

Sueli Leal Barbosa è quasi certamente caduta su un fianco. E l’impatto violentissimo le ha provocato un’emorragia interna che non le ha lasciato scampo. È il primo parziale esito dell’autopsia eseguita ieri sul corpo della quarantottenne brasiliana, che all’una del 5 giugno si è lanciata dal suo appartamento al quarto piano dello stabile di viale Abruzzi 64 per sfuggire alle fiamme innescate dal connazionale Michael Sinval Pereira. L’esame, che non avrebbe evidenziato segni sul cadavere che facciano pensare a un pestaggio precedente, dovrà anche accertare se la donna sia stata stordita o drogata per rallentarne o fiaccarne del tutto la capacità di reazione a un piano omicida che per la Procura ha "caratteristiche poco compatibili con un delitto d’impeto".

Il compagno quarantunenne, fermato la sera dopo dagli investigatori della Squadra mobile con le accuse di omicidio volontario e incendio doloso, ha detto prima al pm Maura Ripamonti e poi al gip Anna Calabi di aver provocato accidentalmente il rogo killer gettando un mozzicone di sigaretta sul tappeto prima di uscire di casa. Una versione a cui gli inquirenti non hanno mai creduto, anche perché i rilievi degli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco hanno evidenziato la presenza di acceleranti in due punti diversi dell’abitazione. Vale a dire in soggiorno, vicino alla porta d’ingresso, e in camera da letto, dove, nella versione del presunto assassino, si trovava Sueli nel momento in cui è partito l’incendio che l’ha spinta a lanciarsi nel vuoto.

Ed è proprio sul tipo di accelerante che si concentreranno le indagini chimiche, con l’obiettivo di riuscire a individuare la sostanza utilizzata. Un accelerante che ha alimentato nel giro di pochissimi minuti un rogo devastante, un flashover in gergo tecnico. Quando i vicini della quarantottenne si sono accorti di quello che stava succedendo, hanno chiamato immediatamente i soccorsi. Purtroppo per Sueli non c’è stato nulla da fare: le temperature infernali l’hanno costretta a un estremo tentativo di salvarsi la vita. Nel frattempo, Pereira si era già recato in un bar a mezzo chilometro di distanza per bere una birra. Agli agenti, ha detto di essere uscito alcune ore prima, ma le immagini delle telecamere lo hanno smentito: è sbucato dal portone del civico 64 a fiamme appena divampate.

Nicola Palma