
Il rapper Emis Killa e il senatore Maurizio Gasparri
Milano – Dopo che il rapper Emis Killa ha deciso di rinunciare alla partecipazione al Festival di Sanremo a causa dell’indagine a suo carico per associazione a delinquere, i suoi fan hanno inondato la bacheca del senatore Maurizio Gasparri con minacce di morte. Il politico ne aveva chiesto l’esclusione ma, tiene a precisare, “lui si è autoescluso, io ho rivendicato, con delle dichiarazioni, quanto avevo detto”. Ora, ai microfoni di Rai Radio 1, il capogruppo di Forza Italia al Senato chiede a Emis Killa di prendere posizione “scrivendo in rete pubblicamente quanto sia sbagliato fare queste minacce sui social”.
Le minacce a Gasparri
“Ho ricevuto delle minacce di morte sui miei social dai fan di Emis Killa per essermi espresso in modo contrario alla presenza del rapper a Sanremo”, ha dichiarato, spiegando che gli utenti gli avrebbero scritto cose “tipo ‘ammazzati’ o ‘ti metteremo nella bara’. Emis Killa non ha colpe ma dovrebbe prendere posizione”.
“Farò una denuncia in giornata”, ha annunciato Gasparri. “Chiedo che questo figuro inviti i suoi seguaci ad astenersi (dal minacciarmi, ndr) altrimenti denuncerò anche lui se non prenderà le distanze dai suoi seguaci che potrebbe non conoscere ma che dovrebbe condannare”.
La rinuncia a Sanremo
Il rapper ha rinunciato al Festival di Sanremo, facendo un passo indietro pochi giorni prima dell’inizio della kermesse, quando ha appreso dai giornali “di essere indagato per associazione per delinquere nell'ambito dell’inchiesta Doppia Curva”. Se questo “corrisponderà al vero – aveva detto – sarà importante che l’indagine faccia il suo corso e la magistratura possa lavorare in serenità, senza polemiche o pressioni e circhi mediatici”.
“L’inchiesta? Ho solo condiviso amicizie”
Ai microfoni della trasmissione Lo stato delle cose di Massimo Giletti, che andrà in onda stasera su Rai 3, Emis Killa ha detto: “Chiaramente avrei preferito andare a Sanremo. Non penso che queste frequentazioni (con i ragazzi della curva del Milan, ndr) mi abbiano danneggiato. Io con loro ho solo condiviso l’amicizia. Io al momento sono solo indagato, non sono preoccupato”.
Al giornalista Enrico Lupi, che ricorda come negli atti d’inchiesta parlino di personalità pericolosa, ha risposto: “Loro contestano questa pericolosità, perché io ero presente nel momento in cui c'è stata una colluttazione allo stadio. Io non faccio parte di questa colluttazione, sono diversi metri indietro. Quindi la pericolosità dove sta? Io non ho mai mollato manco uno schiaffo allo stadio, capisce? Questo è tutto quello che posso dire”.