
Alla fine parla lei, a nome dell’ensemble. La violoncellista Federica Ragnini sarà ospite con zArt Quartett della rassegna "Musica con Vista", organizzata dalla Società del Quartetto di Milano, l’8 luglio alle 19 al Giardino di Villa Necchi Campiglio, in via Mozart 14 (prenotazione obbligatoria scrivendo a info@ledimoredelquartetto.eu). Prima del concerto, sarà possibile visitare la Villa tra le 18 e le 18.30. In programma "Quartetto per archi n. 16 in fa maggiore op. 135" di Beethoven e "Quartetto in mi minore" di Verdi. Federica Ragnini, giovane e interessante talento, racconta con simpatia e sincerità: "È la mia prima intervista".
Quando ha scoperto il violoncello?
"Sono figlia di musicisti, mamma arpista e papà contrabbassista nell’orchestra di Bolzano. Sono rimasta affascinata dal violoncello presto, avrei voluto iniziare a cinque anni, hanno deciso che aspettassi almeno un paio d’anni. Lo scorso anno, mi sono diplomata con Giovanni Sollima a Roma, corso di perfezionamento e, nelle stesse settimane, con zArt Quartett ho vinto il Concorso Dragoni di Milano. Un periodo faticoso e bello".
Come ha scoperto la musica da camera?
"Ho studiato quartetto con Andrea Repetto del Quartetto di Torino, mi ha aperto un mondo; a tredici anni ho iniziato il repertorio per quartetto e non ho più smesso. Non voglio essere sentimentale ma quando si dice “amore a prima vista“ penso a ciò che ho provato dentro di me la prima volta che ho suonato in quartetto. Da quel momento, è diventato il mio credo: è totalizzante, mi sono immersa completamente nella conoscenza del repertorio e nella tradizione".
E come avete costruito zArt Quartett?
"Io ed Enrico Filippo Maligno, primo violino e mio fidanzato, siamo stati i primi a lavorare alla formazione. Ci siamo conosciuti dieci anni fa, poi ci siamo persi di vista e ritrovati per suonare insieme. L’ensemble che si esibirà a Villa Necchi, oltre a noi, vedrà come protagonisti Eoin Ducrot, violinista irlandese, e Maria Kropotkina, violista russa: sono entrambi bravissimi, proviamo insieme da qualche mese. In Italia la musica da camera è poco conosciuta, in Conservatorio gli insegnanti dicono agli studenti “Con il quartetto non riuscirete a sopravvivere, pensate ad altro“, ma è la forma musicale più potente che ho incontrato, più mia, ciò che mi dà suonare con gli altri è indescrivibile".
Quali sono i suoi sogni?
"A quattordici anni avrei risposto “la pace nel mondo“. Oggi non ho veri e propri sogni, bensì progetti. Ho in cantiere un festival musicale: sarà per il 2021. Vorrei creare una rete di musicisti per scambiare idee, promuovere la musica da camera. Un sogno? Essere per sempre una quartettista".
Grazia Lissi