
Il messaggio del bimbo per il dottore
Milano, 7 aprile 2018 - Era una busta piccola, ma pesante. ‘Da Giovanni’, c’era scritto in stampato maiuscolo, a grandi lettere di pennarello blu, e il bigliettino conteneva a stento il nome del destinatario, ‘Caro Cadarella’. Dentro c’erano monetine di rame da uno, due, cinque, per un totale di 45 centesimi di euro. Cosa se ne dovesse fare Giovanni, di anni cinque, l’ha spiegato a voce a Pietro Caldarella, vicedirettore senior del dipartimento di Senologia chirurgica dell’Istituto europeo di oncologia di Milano. Il chirurgo che ha operato la sua mamma, di 35 anni, che dopo la chemio sta bene ed è tornata dalla Sardegna all’Ieo fondato da Umberto Veronesi per un controllo, la settimana prima di Pasqua. «Te li do per la ricerca», ha spiegato Giovanni a Caldarella, che consegnerà alla Fondazione Ieo-Monzino questi 45 centesimi che contano come milioni. Non solo per un bambino. Dottor Caldarella, com’è successo? «La mia paziente, che ho operato un anno fa, era qui per un controllo con i radioterapisti ed è passata dall’area chirurgica perché mi voleva salutare. Avevo appena finito di operare, sono sceso e c’era lei, coi suoi capelli corti, il marito e un bambino bellissimo. Il marito mi aveva portato un pensiero, due bottiglie di vino della loro zona. Poi la mamma ha fatto segno al bambino: ‘Giovanni ha una cosa per lei’». E cos’era? «Una busta piccola, di quelle che si usano per i ringraziamenti o i regali, ma era pesante. ‘Cosa c’è dentro?’, gli ho chiesto e intanto ho visto tutte queste monete, centesimini di euro. ‘Te li do per la ricerca’, ha detto Giovanni». E lei che ha fatto? «Gli ho fatto una carezza sui capelli, ho detto: ‘Sei proprio un ometto’. La verità è che mi vergognavo a guardarlo, sa quando salgono le lacrime all’improvviso? Io porto le lenti, sentivo gli occhi sott’acqua; e va benissimo piangere a cinquant’anni ma insomma, avevo voglia di scappare... Allora l’ho rassicurato: ‘La tua mamma adesso sta bene’». Era commosso. «Straziato. Loro vengono dalla Sardegna, io dalla Sicilia: sono isolano anche io e conosco i sacrifici in tutti i sensi, nella mia famiglia ho provato l’esperienza dell’esodo a Milano per curarsi... E poi mi ha colpito il senso civico di un bambino così piccolo, quello che si cerca d’insegnare a scuola e a volte si perde per strada. Per me Giovanni è un esempio: non so se sapesse del cancro ma sapeva che la mamma era malata, penso abbia sentito parlare della ricerca in famiglia e ha voluto dare qualcosa, quello che poteva». Che ne sarà della sua donazione? «Ho parlato con Fondazione Ieo perché questi soldi devono assolutamente andare alla ricerca: la prossima settimana consegnerò la bustina a chi di competenza, ovviamente in assoluto anonimato. Ma lui, nell’anonimato, è una leggenda». Lei, rispettando l’anonimato del bimbo, ha confessato su Facebook che le veniva da piangere... «Vede, noi qui di storie brutte ne viviamo tante. Ecco, questa era una cosa bella. E quando arriva conta più dei soldi, più di tutto: sapere di aver dato una mano a qualcuno, è questa la felicità»