Io, docente del Politecnico diventata donna

La scelta di Sonia, 53 anni: "Il conflitto interiore mi stava devastando. Colleghi, ricercatori e studenti mi hanno accolto bene"

Sonia Zuin, 53 anni, insegnante del Politecnico di Milano

Sonia Zuin, 53 anni, insegnante del Politecnico di Milano

Milano, 28 dicembre 2019 - Sonia Zuin , 53 anni, insegnante al Politecnico di Milano e ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria Meccanica. In questi giorni ha pubblicato il libro ‘Percorsi silenziosi’ nel quale narra, tramite una serie di poesie scritte nell’arco di tre decenni, come ha maturato la decisione di diventare donna.

Ci vuole spiegare come e quando è nata questa consapevolezza? "Ho cominciato il percorso sette anni fa, ma già a 20 anni avevo capito di manifestare attrazione verso gli indumenti femminili. Un conflitto interiore che, con il passare degli anni aumentava sempre di più, con grande sofferenza per me. Al punto che mi sono fatta una domanda: a chi stavo facendo del male? La risposta era semplice. Facevo del male solo a me stessa".

Non sarà stata una decisione facile. Come l’ha affrontata e quale consiglio si sente di dare a chi sta vivendo il suo identico conflitto interiore? "Quando ho trovato il coraggio di rivelare la mia identità a mia moglie, con la quale ho avuto e ho tuttora un bellissimo rapporto, non è stato facile. Ma il consiglio che voglio dare è di non mentire a sé stessi né agli altri. Sette anni fa ho capito che non era più il momento di prendersi in giro. In realtà ero una donna nel corpo di un uomo. È cominciato un percorso difficile e doloroso. Alla fine forse è arrivata la risposta più inaspettata. Sul lavoro, salvo una comprensibile sorpresa, per i colleghi docenti, per i ricercatori e per gli studenti non c’è stato alcun problema. Con questo non voglio dire che tutto sia filato liscio nella mia vita. Ma spesso siamo noi a crearceli i problemi, mentre la società ci accoglie e ci accetta per quelli che siamo. Prima vivevo a Rho, da mesi mi sono trasferita a Magenta. Anche lì, in un paese poco lontano da Milano ma che mantiene le caratteristiche di una piccola cittadina, non ho avuto alcun problema. Oggi mantengo un bellissimo rapporto con i miei familiari. Continuano a piacermi le donne perché la transessualità non deve essere confusa con l’attrazione. Sono due cose diverse".

Finché ha deciso di trasformare la sua esperienza di vita in una raccolta di poesie. "La decisione è maturata mentre ascoltavo la radio. Parlavano di Cristina Vivinetto, poetessa transessuale. Mi sono detta: “Se ha scritto lei perché non dovrei farlo anch’io?”. E così ho scritto e grazie alla casa editrice Le Mezzelane, è stato pubblicato ‘Percorsi silenziosi’. Un libro suddiviso in tre sezioni. La prima, chiamata ‘La pioggia bagnava le nuvole’, contiene versi scritti prima che sorgesse la consapevolezza di avere problemi di identità di genere ed è quella vissuta in quello che chiamo il mio ‘mondo al contrario’, la seconda chiamata ‘abissi’ prosegue con le poesie scritte quando tale consapevolezza è maturata in pieno. La terza è chiamata ‘spiragli’, che lascia immaginare una serenità, forse ancora precaria, ma vitale per chiunque. Giovedì 16 gennaio alle 18 presenterò ‘Percorsi silenziosi’ presso la casa delle arti, Spazio Alda Merini in via Magolfa 32 a Milano. Evento inserito nella rassegna ‘L’arcobaleno su casa Merini: eventi dal mondo LGBTI’.  

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