Milano, riaprono le discoteche. Liberi di ballare (ma non troppo): la voglia c’è

Tra code all’ingresso, super Green pass, capienze dimezzate e riti congelati i locali ripartono. Ma nel frattempo ne sono spariti mille

Code all'ingresso delle discoteche

Code all'ingresso delle discoteche

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Milano - Liberi di ballare ma non troppo. Dall’11 febbraio anche le discoteche sotto la Madonnina hanno potuto riaprire i battenti dopo la chiusura comunicata dal Governo la sera dell’antivigilia di Natale. La pandemia non ha esaurito la voglia di tornare in pista e le file per entrare fuori da alcuni locali questo weekend lo dimostrano. Dentro le discoteche però vige un rigido protocollo. L’ingresso è consentito con solo Green pass rafforzato, la capienza rimane dimezzata per le attività al chiuso (75% solo all’aperto), bisogna indossare la mascherina al chiuso ovunque, tranne quando si balla o si consuma. I gestori sono tenuti a conservare l’elenco delle persone presenti per un periodo di almeno 14 giorni per il contact tracing. La consumazione è consentita ai tavoli: il rito di appoggiarsi al bancone sorseggiando un cocktail rimane interdetto. Rispetto all’era pre-pandemica cambia tutto anche in pista: anche se non si deve indossare il rettangolino di stoffa in volto, bisogna ricordarsi di mantenere la distanza interpersonale di almeno 2 metri. Addio dunque a "strusciamenti" e "piramidi" umane con sconosciuti.

Per le discoteche rimane importante ripartire dopo aver lavorato solo per pochi mesi negli ultimi due anni di pandemia. La prima chiusura era scattata alla fine del febbraio 2020 protraendosi fino all’estate, con una breve parentesi di ossigeno prima di Ferragosto e solo per i locali all’aperto. Poi ancora chiusure: le piste erano tornate a ripopolarsi dopo l’11 ottobre 2021 ma a ridosso delle festività natalizie era calato il nuovo divieto di ballare. Un provvedimento, prorogato fino al 10 febbraio, che ha cancellato tutti i party di Capodanno, polverizzando almeno il 25% del fatturato annuo. Il risultato è stato il tracollo del settore: secondo le maggiori associazioni di categoria del settore, Silb/Fipe e Assointrattenimento/Federturismo Confindustria, sono scomparse in tutta Italia mille discoteche, con 30mila dipendenti a spasso. Intanto i gestori delle sale da ballo rimaste in piedi sono ancora in attesa dei sostegni promessi dal nuovo Decreto Ristori.

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