Disagio psichico post-pandemia, la riabilitazione non va in vacanza

Al San Riccardo-Pampuri pazienti tra 18 e 45 anni l’età media è di 26. Obiettivo: una vita normale

La pandemia ha fatto da detonatore e ora al San Riccardo Pampuri-Fatebenfratelli di Cernusco pazienti tra i 18 e i 45 anni – età media 26 - combattono contro i disturbi della personalità. La comunità di riabilitazione non va in vacanza: educatori e infermieri sono al lavoro 24 ore su 24. Qui, il malato viene guardato nella sua interezza, non si isola mai il problema dal resto dell’esistenza, "la persona è protagonista della cura" insieme alla famiglia.

E’ opportuno che i parenti si mettano a disposizione degli specialisti per risalire all’origine del disagio e si facciano seguire a propria volta dal punto di vista psicologico", suggerisce Paolo Cozzaglio, primario di Psichiatria del Centro Sant’Ambrogio-Fatebenefratelli. La diagnosi, infatti, spiega l’esperto "è clinica. Nasce cioè dall’ascolto delle difficoltà del protagonista e della sua storia". Questi problemi possono avere "sintomi che destano grande allarme sociale, soprattutto nei più giovani: autolesionismo, tentati suicidi, condotte aggressive. Segnali che possono essere considerati come una vera e propria richiesta di aiuto implicita verso i genitori, gli insegnanti o chiunque abbia un legame affettivo con loro".

Il ricorso ai farmaci "è poco efficace, fatto salvo situazioni particolari, anche per via delle generale tendenza di queste persone all’abuso, soprattutto di sedativi". Meglio "una psicoterapia mirata. Il ricovero in comunità offre anche la partecipazione a gruppi che condividono manifestazioni simili". Gli obiettivi? Il rientro nel proprio ambiente di vita dopo il ricovero, la ripresa dei percorsi scolastici e delle attività lavorative spesso congelati dalla malattia. "Il ritorno cioè alla propria vita". Bar.Cal.

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