Disagio giovanile La relazione sicurezza-libertà

Daniele

Nappo*

Esiste una relazione tra sicurezza e libertà per distinguere il disagio giovanile della società moderna? Freud considerava la condizione di piacere comandata dal principio di realtà e sosteneva che il disagio sociale fosse la causa di una sicurezza che assegnava alla libertà un ruolo marginale nella ricerca dell’autonomia individuale. Oggi assistiamo al piacere che prevale sulla realtà. I giovani sono rappresentati in maniera semplice, riducendo così la complessità delle dinamiche in gioco: da una parte chi chiede maggiore libertà di scelta per una più ampia autonomia, dall’altra chi enfatizza i rischi legati a una società poco presente nelle regole. Freud pensava che il disagio della civiltà fosse deciso da un eccessivo ordine; la soddisfazione dei bisogni è la condizione più affascinante, ma adottarla dimostra che il piacere è anteposto alla prudenza. Quindi soddisfare le pulsioni significa essere felici, ma al contrario i ragazzi del terzo millennio hanno grandi sofferenze quando sono loro negate le possibilità di esserlo. La società attuale è cambiata e la libertà individuale è considerata un diritto che non può essere impedito, si soddisfano i propri desideri a vantaggio di un continuo processo di autorealizzazione. In questo scenario ogni confine della tradizione e ogni regola sono vissuti come illegittimi e come vincolo alla realizzazione dei propri desideri e dei propri progetti di vita.

Tutte le società occidentali accentuano il valore della libertà individuale, e della capacità d’iniziativa delle persone, come logica di vita. La libertà singola è diventata un valore edificante. I genitori temono che una società senza regole accresca le disuguaglianze aumentando la precarietà e la povertà e un sistema che non favorisca sicurezze sociali, ma promuova competizione e libertà d’iniziativa non orientata da valori collettivi. Si crea così incertezza impoverendo le classi medie e ridimensionando il ruolo preservatore dell’educazione ai valori. Il sistema che si sta costruendo è certamente dinamico e tecnologicamente avanzato, più orientato al confronto e talvolta più travolgente per l’ambiente, per le occupazioni tradizionali, per la convivenza e le per le relazioni di vita. I nostri giovani devono essere formati di conseguenza. Contemporaneità ma lo stesso tempo valori di coesione e solidarietà. Sì alla competizione solo se positiva, allo stimolo a migliorare, ma sì anche ai diritti, ai valori e a non lasciare indietro nessuno. *Direttore scuola Freud

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