Delusione Moratti e Terzo Polo "Non siamo cresciuti come sperato"

Pastorella (Azione): io scettica su Letizia? I militanti milanesi ci avevano avvertito che non era il nome giusto

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di Massimiliano Mingoia

Letizia Moratti e il Terzo Polo hanno ottenuto un risultato inferiore alle aspettative alle Regionali lombarde. A 8.156 sezioni scrutinate su 9.254 la candidata governatrice e la sua coalizione non hanno superato la soglia “psicologica’’ del 10%. Si sono fermati rispettivamente al 9,71% e al 9,36%. Alle Politiche del 25 settembre, invece, Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi raggiunsero il 10,15%.

Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione, parlamentare del Terzo Polo e consigliera comunale milanese dei Riformisti, è delusa dal risultato lombardo?

"Le Politiche e le Regionali sono elezioni molto diverse. Le prime hanno una componente di voto di opinione molto più importante che le seconde. Le logiche di elezioni regionali sono più di “prossimità’’ e per un partito nuovo sono più difficili da affrontare".

Il risultato della lista terzopolista è stato penalizzato anche dalla presenza della lista civica della Moratti?

"Bisognerà analizzare i flussi di voto. Ma magari alcuni voti presi dal Terzo Polo alle Politiche sono andati altrove, non alla lista Moratti, magari a causa della possibilità di fare il voto disgiunto. È presto per capire cosa ha votato quella percentuale che manca al Terzo Polo".

Gli elettori terzopolisti potrebbero aver fatto voto disgiunto non scegliendo Moratti ma Majorino o Fontana?

"Ho difficoltà a pensarlo, ma se i conti non tornano, essendoci la possibilità di voto disgiunto, è giusto farsi delle domande".

A Milano non è andata meglio che in Lombardia. Con 940 sezioni scrutinate su 1.248 la Moratti non è andata oltre il 13,86% mentre la coalizione ha conquistato il 7,20% con la lista Moratti e il 6,59% con Azione e Italia Viva. Alle Politiche, nella collegio del centro storico, il Terzo Polo aveva raggiunto il 22,7%.

"La media del Terzo Polo alle Politiche a Milano nelle tre circoscrizioni della Camera dei Deputati era del 16%, un dato non troppo distante da quello raggiunto alle Regionali. Dunque la domanda che dobbiamo farci è: come possiamo crescere? La candidatura a presidente della Moratti è stata un tentativo di crescere a destra. Ma forse quello spazio nell’elettorato moderato va conquistato in maniera diversa. Io resto convinta che per noi lo spazio per ottenere voti a destra ci sia, soprattutto tra gli elettori di Forza Italia".

Dire che la Moratti non ha portato un valore aggiunto al Terzo Polo è un’affermazione esagerata o corretta?

"È esagerata, secondo me. Se noi fossimo andati da soli alle Regionali, magari non avremmo preso gli stessi voti conquistati con la Moratti candidata presidente. Ricordo che alle Comunali del 2021 a Milano abbiamo preso il 4%".

Lei, però, inizialmente si era opposta alla candidatura della Moratti. Ora potrebbe dire: "Io l’avevo detto".

"Io ero scettica sulla candidatura Moratti perché sono milanese. I nostri iscritti e militanti in città ci avevano mandato un messaggio forte e chiaro. Secondo loro la Moratti non era la candidata giusta"

La polarizzazione del voto sui due candidati e le due coalizioni con più speranze di vittoria, alla fine, non penalizza sempre il progetto terzopolista?

"Esistono terzi poli di successo. Penso a quello di Emmanuel Macron, il presidente della Repubblica francese. La differenza, però, è che le elezioni presidenziali francesi prevedono il doppio turno. Il turno unico, invece, penalizza chi parte dalla terza posizione. Alle Regionali lombarde, comunque, noi pensavamo che tra i due litigante il terzo potesse godere, vista la trasversalità della candidatura Moratti e anche la bassa affluenza ai seggi. Ma alla fine non è andata così. Dobbiamo ammetterlo, non possiamo far finta di niente".

È tempo di pensare a un’alleanza organica con il Pd?

"Al momento è difficile capire quale animale politico diventerà il Pd, perché non si sa ancora quale sarà il nuovo segretario. E è complicato dire meglio da soli o con il Pd. Io penso sia giusto concentrarci sul nostro progetto, almeno per ora, anche perché a livello nazionale stiamo diventando sempre più attrattivi. E, intanto, osservare l’evoluzione degli altri partiti, dal Pd a FI".

Il segretario regionale di Azione Niccolò Carretta ha annunciato le dimissioni a casa del "risultato fallimentare" alle Regionali lombarde.

"Un giudizio onesto e una presa di posizione di grande responsabilità. Io gli ho subito risposto nella chat del direttivo regionale che capisco il suo scoramento ma che il risultato non è responsabilità solo sua, ma collettiva. Gli ho chiesto di ripensarci, perché Carretta è la colonna portante di Azione in Lombardia".

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