Scuola, orari (ancora) da rifare: in aula al 50 per cento. Le tattiche dei presidi

Il rebus dei dirigenti scolastici, alle prese con le ultime percentuali e la mancanza di personale e di spazi

Anche in Toscana le scuole ripartono l'11 gennaio

Anche in Toscana le scuole ripartono l'11 gennaio

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A scuola, a tessere, disfare e ritessere la tela degli orari, Dpcm dopo ordinanza. Come Penelope, in attesa però del fatidico 7 gennaio. C’è chi - come l’istituto Molinari - dopo il piano operativo della Prefettura “Per tornare in classe”, calcolatrice alla mano, aveva già approvato la tabella di marcia in collegio docenti: 50% degli studenti prima delle 8 e 25% dopo le 9.30. C’è chi attende invece il 4 gennaio per inviare la circolare «perché ci stiamo preparando, ma è ancora tutto così confuso che è meglio aspettare», confessano dall’artistico Brera. E c’è chi questa mattina sarà nuovamente alle prese con l’orario per riportare le presenze in aula al 50%, come da ultima richiesta ministeriale. Almeno fino al 15 gennaio. Poi, chissà.

«Noi cercheremo di far entrare la maggior parte dei nostri studenti prima delle 8 - spiega il preside del Tito Livio, Giorgio Galanti -, anche perché è complicato recuperare le prime due ore ed è impensabile frequentare a distanza ed essere dalla terza ora in aula, c’è chi arriva da fuori città». Dei mille studenti, in 500 tornerebbero in presenza dal 7 gennaio, tutti entro le 8; 250 userebbero mezzi pubblici. «Già così il 30-35% dei nostri studenti si sposta con mezzi propri, possiamo arrivare anche al 50%», continua Galanti. Al Tito Livio però l’obiettivo finale del 75% è impraticabile non tanto per i mezzi quanto per gli spazi: «In via Circo abbiamo 41 classi per 35 aule - ricorda il preside -. La soluzione è restare al 50%. Con una rotazione che si fonda su due principi: tenere il gruppo classe unito e fare in modo che tutti siano a scuola tre o quattro giorni alla settimana». Questa mattina staff al lavoro: «Apporteremo correzioni, con un occhio di riguardo alle prime e alle seconde che finora hanno patito di più. E difenderemo il nostro modello organizzativo, cercando di adattare il Dpcm a quello, altrimenti diventiamo pazzi. Speriamo regga anche alle turbolenze del prossimo Dpcm». 

All’istituto tecnico Cattaneo, in piazza Vetra, si conta di “spacchettare“ quel 50 per cento in base agli indirizzi: primo turno “geometri” e secondo “ragionieri” e viceversa, un giorno prima il biennio e poi il triennio. «Circa il 25% degli studenti arriverà così entro le 8 e l’altro 25% lo raggiungerà alla terza ora, intorno alle 10, con finestre per permettere ingressi scaglionati - calcola la dirigente scolastica, Maria Rizzuto -. Per dieci giorni questo 50% si può gestire, certo è una situazione kafkiana. Continuiamo a rifare questo orario e non ci si mette poco a “incastrare” i docenti». A settembre erano partiti in classe al 100%, hanno chiuso l’anno risistemando gli orari sulla base dei laboratori. «Che teniamo come punto fermo, in caso di nuovi dietrofront», ricorda Rizzuto. La maggior parte degli studenti arriva con i mezzi - c’è chi parte persino dalla provincia di Pavia - ma per chi vive in centro è stata creata l’aula “monopattini”. 

Nel vicino liceo artistico Brera si risposta la lancetta indietro. «Prima della chiusura, grazie ai laboratori, eravamo già riusciti a offrire al 50% degli studenti il ritorno in presenza dopo le 9 - spiega la preside Emilia Ametrano -, una possibilità non sempre accettata dalle famiglie, per paura dei contagi. E l’orario creava non pochi disagi: le lezioni cominciavano alle 9 e finivano alle 16, per chi abita fuori città diventava impegnativo rientrare così tardi. Ora possiamo tornare, almeno in parte, al vecchio orario». Anche se per ufficializzare il piano si preferisce attendere: «C’è ancora troppa incertezza, ci stiamo preparando con i docenti ma lunedì daremo le indicazioni definitive alla luce di quanto verrà deciso nelle prossime riunioni. Anche perché resta da chiarire il tema del tracciamento dei contagi, dopo un mese di buco totale, e il tema del personale. Ci mancano ancora quattro collaboratori scolastici e due amministrativi. Anche con l’emergenza Covid le rinunce sono aumentate e le scuole sono in ginocchio». 

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