Da una tragedia nuova vita per 5 persone

All’ospedale di Vizzolo Predabissi espiantati cuore, fegato, polmoni e reni a un cinquantenne soffocato da un boccone di carne

Migration

di Alessandra Zanardi

Grazie a un prelievo di organi avvenuto l’altra notte al Predabissi si sono potute salvare cinque vite umane. Da un paziente di 50 anni, deceduto nell’ospedale vizzolese, sono stati infatti estratti cuore, fegato, polmoni ed entrambi i reni. Organi che sono stati poi trapiantati su altrettanti pazienti, in strutture dentro e fuori la Lombardia.

L’uomo che con la sua morte ha permesso ad altre persone di vivere è deceduto a causa di un bolo alimentare: un boccone di carne gli è andato di traverso, provocandone il soffocamento. Il 50enne era stato inizialmente ricoverato nell’ospedale di Cernusco sul Naviglio, quindi trasferito nella terapia intensiva del Predabissi. Quando ne è stata dichiarata la morte cerebrale, sono scattate le procedure per il prelievo, dato che "pur all’insaputa di tutti, compresa la moglie e le figlie, e a dispetto della vita vivace che aveva condotto, quell’uomo aveva espresso attraverso la carta d’identità la volontà di donare gli organi, in caso di decesso", racconta Davide Vailati, anestesista e rianimatore, coordinatore dell’Asst Melegnano e Martesana per il prelievo di organi e tessuti.

Proprio lo staff del dottor Vailati si è messo subito al lavoro per eseguire il delicato intervento, che ha richiesto un grande sforzo in termini di concentrazione, sinergia e ore lavorate. "Anche coloro che avevano già finito il turno sono rimasti, qualcuno si è ritrovato a lavorare quasi 24 ore consecutive. Del resto, in questi casi non può esserci una programmazione – prosegue il medico –. Ognuno ha affrontato la situazione con entusiasmo e disponibilità, anteponendo umanità e senso del dovere a qualunque altra considerazione. L’organismo del paziente ha risposto bene e l’operazione è stata completata con successo".

Un intervento che ha anche donato ai sanitari una speranza. "Dopo i due anni bui della pandemia, durante i quali le donazioni di organi si sono praticamente fermate, questo evento ci ha ridato linfa vitale anche a livello emotivo", conferma Vailati. "In questi momenti difficili e per certi versi drammatici, la morte di una persona ha significato vita per diverse altre persone", osserva il direttore sanitario dell’Asst Valentino Lembo, che ha definito il prelievo multiorgano "un miracolo di umanità e di dovere oltre ogni aspettativa" e ha espresso "un sentito grazie a tutti coloro che hanno profuso l’impegno e la volontà di trasformare un momento di perdita in un momento di altrettanta rinascita".

Un anno fa, in occasione della settimana per la donazione e il trapianto degli organi, all’ingresso del Predabissi è stato piantato un ulivo a simboleggiare l’albero della vita.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro