Da monili rubati a preziosi lingotti

I ladri d’appartamento fondevano gli ori e li usavano per “dialogare“ con le finanziarie tramite mediatori.

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di Rosario Palazzolo

Chiamarli ladri d’appartamento significherebbe non aver ben compreso il valore criminale della loro attività. Perché quella che è stata decapitata ieri mattina dai carabinieri della Tenenza di Paderno e della Compagnia di Sesto San Giovanni è una vera holding finanziaria che dialogava con banche e mediatori, utilizzando come patrimonio personale gli oggetti rubati nelle case degli italiani. Il blitz dei militari coordinati dal maggiore Saverio Sica, comandante della Compagnia dei carabinieri di Sesto, è scattato all’alba di ieri da Paderno Dugnano per estendersi nel Milanese e nelle province di Forlì e Savona.

Al centro dell’indagine, comincita nel 2018 e già culminata in una prima operazione a maggio quando a Paderno vennero arrestate 27 persone e compiuti sequestri per circa un milione, c’è una complessa organizzazione internazionale dedita alla ricettazione dei valori trafugati nelle abitazioni. Si parla di un giro di denaro e gioielli così grande da rendere il sistema di ricettazione una leva finanziaria, con tanto di consulenti a disposizione per le operazioni. Ieri i carabinieri hanno arrestato 15 persone (10 sono attualmente in carcere, altre 5 ai domiciliari) e sequestrato conti bancari e beni per un valore complessivo di 315mila euro. I membri del gruppo, tra cui sette albanesi, due egiziani e sei italiani, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di furti in abitazione, ricettazione e riciclaggio di monili preziosi e orologi. Paderno, con due famiglie albanesi dedite al riciclaggio di preziosi, era la base dell’organizzazione. Mentre in altri Comuni della Città Metropolitana, di Milano e della provincia di Monza e Brianza erano attivi gruppi di malviventi albanesi dediti alla consumazione dei furti in casa in tutto il Nord Italia.

Nel corso dell’operazione sono stati anche sequestrati diamanti per un valore di 15mila euro, un lingotto d’oro e 14 d’argento, 22 Rolex e un chilo e mezzo di oggetti d’oro. Tra Milano e Savona sono stati individuati due esercizi commerciali (due compro oro e un negozio di oggetti di bigiotteria) che gestivano le operazioni di riciclaggio dei monili, fusi per essere trasformati in lingotti. A chiudere la catena era un “wealth manager“, un consulente di finanza personale che si occupava di smerciarli. In pratica, gli oggetti d’oro, spesso ricordi di generazioni passate, venivano trasformati in barrette preziose che poi finivano nei circuiti delle banche e delle finanziarie come strumenti di investimento anonimi. L’attività investigativa ha portato all’identificazione di 72 soggetti appartenenti, a vario titolo, a questo sodalizio criminale.

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