Test su farmaco contro il cancro. Ma mancano troppi volontari

L’Istituto dei Tumori rischia di essere battuto sul tempo dagli Usa

L’epidemiologo Franco Berrino è stato fra i primi a capire  il nesso tra alimentazione sbagliata e patologie molto  gravi

L’epidemiologo Franco Berrino è stato fra i primi a capire il nesso tra alimentazione sbagliata e patologie molto gravi

Milano, 2 gennaio 2017 - La concorrenza nella ricerca è spietata. E a raggiungere il traguardo finale di una scoperta non è sempre il primo ad avere avere avuto l’intuizione giusta, ma quello che ha avuto più strumenti per sostenere la propria iniziativa. Contro questo paradosso, che troppe volta ha toccato la ricerca italiana, si sta battendo Franco Berrino, epidemiologo e nome di punta dell’Istituto dei Tumori di Milano, dove lavora dal 1975. Al centro della questione la Metformina, un medicinale utilizzato contro il diabete fin dagli anni ’60, sulla quale Berrino ha promosso una ricerca che possa provarne o meno l’utilità, su 2mila volontari, per prevenire tumori, cancro, infarto e ictus riducendone del 35 per cento l’incidenza. Da qualche anno, infatti, si è cominciato a notare che i diabetici curati con Metformina erano colpiti da tumore, cancro, infarto e ictus in numero minore dei diabetici curati con altri farmaci. Berrino ha deciso di vederci chiaro e, ottenuto un finanziamento di qualche milione di euro dall’European Research Council, ha messo in piedi una squadra con base al Campus di Cascina Rosa dell’Istituto Nazionale dei Tumori. Il progetto è coordinato dalla dottoressa Patrizia Pasanisi. Della squadra fanno parte anche biologi e nutrizionisti come Anna Villarini e Mauro Cortellini, specialista in biologia applicata alla nutrizione, la nuova disciplina che punta a utilizzare la corretta alimentazione come arma principale contro gli stessi gravi morbi che si vogliono arginare con la Metformina.

Ma a causa della difficoltà di pubblicizzare adeguatamente la sua iniziativa, lanciata due anni fa, e di poter quindi trovare i 2mila volontari necessari, un’intuizione tutta italiana rischia di essere superata al traguardo da un’equipe di ricercatori americani. Negli Stati Uniti c’è chi ha pensato di battere la stessa strada di Berrino, contando su appoggi ben più robusti dei suoi.

Finora l’appello ai volontari ha potuto camminare solo sulle gambe di qualche conferenza in Lombardia e di poco più del semplice passaparola. Risultato: in due anni hanno risposto solo 700 persone, poco più di un terzo del totale necessario, che la ricerca seguirà per 5 anni. A un gruppo di partecipanti verranno date due dosi al giorno di Metformina e al gruppo restante due di placebo. Il progetto prevede anche un cambiamento negli stili di vita: più attività fisica e mangiare secondo la dieta Mediterranea, uno dei pilastri su cui si basa la ricerca di Berrino. Il progetto ha infatti preso il nome di «MeMeMe», dalle iniziali di Metformina, dieta Mediterranea e sindrome metabolica, che caratterizza chi è afflitto oltre che da obesità addominale anche da glicemia, trigliceridi e pressione arteriosa.

Chiunque voglia partecipare o avere maggiori informazioni sul progetto può rivolgersi al tel. 02-23903573 o 02-23902868, dove è attiva una segreteria telefonica, oppure scrivere a mauro.cortellini@istitutotumori.mi.it o a diana@istitutotumori.mi.it. I volontari devono avere le seguenti caratteristiche: un giro vita superiore a 85 centimetri per le donne e superiore a 100 per gli uomini, età superiore a 55 anni e inferiore agli 80, non avere e non aver avuto tumori maligni, non avere il diabete né avere già in corso le relative terapie, non aver avuto infarti o ictus.

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