Musica, oltre all’arte il commercio: "Il governo aiuti chi vende strumenti"

Milano, l’appello di Antonio Monzino dell’associazione di categoria: così rischiamo di chiudere

Sugli strumenti musicali Iva al 22%

Sugli strumenti musicali Iva al 22%

Milano, 31 maggio 2020 -  «I concerti dai balconi sono stati la prima risposta spontanea delle persone all’inizio della pandemia: ora si riparte, ma il ‘Sistema Italia’ si ricordi cosa la musica può fare per il benessere delle persone e il senso di comunità". Antonio Monzino, presidente di Dismamusica (Distribuzione industria strumenti musicali e artigianato, di ConfCommercio) lancia un appello a Governo, filiera e pubblico, per sostenere i circa 950 rivenditori di strumenti musicali "in calo costante" e "da tempo in crisi strutturale" e mille imprese artigiane del comparto. "In fondo dobbiamo fare quello che il Coronavirus ci chiede: trattare il mondo in modo diverso", dice Monzino, alla guida del gruppo aziendale familiare con sede a Lainate, attivo dal 1750.

Cosa c’entra la musica con il Covid-19? "La musica stimola il pensiero astratto, logico e creativo, sviluppa l’autostima, contrasta bullismo e dispersione scolastica. In Italia però l’analfabetismo funzionale è al 35% e si spendono 118 miliardi in gioco d’azzardo, con 6 miliardi di costi sociali. Per un cambiamento dopo questa crisi servono scelte coraggiose".

Perché salvare i negozi di strumenti musicali? "Sono ‘spazi culturali’ che collaborano con enti locali, bande cittadine, musicisti, scuole, conservatori e organizzatori di eventi. Il mercato è di 541 milioni di euro (10-12% in Lombardia) e generiamo 5 miliardi di indotto. Le vendite online dall’estero occupano però il 25-30% e comprimono i margini in un mercato amatoriale italiano più debole che altrove".

Come rivitalizzarlo? "Riconoscere allo strumento musicale lo status di ‘prodotto culturale’ e applicare l’Iva al 10%, oggi al 22%. Servono incentivi per l’acquisto, come per i prodotti digitali o per l’ecobonus e inserire l’insegnamento in tutte le scuole. La musica va promossa come fattore di disciplina e formazione a uno stile di vita virtuoso, come già accade per sport, alimentazione e lettura. Tutto ciò è una premessa per una società più sana, colta e solidale, con meno costi sociali".

Il Governo vi ascolterà? "Se ci muoviamo tutti insieme sì. Penso ad esempio alle ‘10 proposte per salvare la musica’ che Assomusica e altre associazioni hanno inviato al Governo senza coinvolgerci. Serve unità e dobbiamo parlare con ministeri di Sanità, Famiglia, Istruzione ed Economia (tra l’altro Gualtieri suona la chitarra...)".

Un appello al pubblico? "’Comprate in Italia’: Fedez, Ramazzotti, Antonacci e tanti altri già sostengono la nostra campagna ‘Artisti insieme per l’Italia’".

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