Code a Niguarda per il vaccino, Bertolaso attacca Aria: "Una vergogna"

Ma il consulente della Regione per la campagna vaccinale si attira le critiche dell'opposizione

Le code fuori da Niguarda

Le code fuori da Niguarda

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Milano, 12 marzo 2021 - «La coda degli anziani fuori dal centro vaccinale di Niguarda per gli errori di Aria che manda 900 convocazioni al posto delle 600 previste è una vergogna», si legge a commento di una foto che mostra anziani e accompagnatori in sparsa e più o meno distanziata attesa davanti ai gazebo blu. Potrebbe essere l’ennesimo post su un disservizio del sistema di prenotazione regionale della vaccinazione antiCovid per ultraottantenni e insegnanti, perciò in via di sostituzione con la piattaforma di Poste Italiane. Solo che a postarlo sulla propria pagina Facebook non è un cittadino arrabbiato o un politico d’opposizione, ma Guido Bertolaso in persona, consulente-coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia, che in effetti conclude: «Ho mandato la Protezione Civile ad assisterli, mi scuso con tutti loro!»  Al post delle 13.49 di ieri, che in cinque ore incassa quasi mille commenti, quasi settecento condivisioni e quasi duemila like, ne seguirà alle 18 un secondo, che mostra i gazebo vuoti: «La Protezione Civile è intervenuta assistendo tutte le persone che si sono presentate al Niguarda. L’ospedale ha risposto prontamente vaccinando sia i 600 cittadini “programmati” che i 300 “in più”». Come hanno fatto, in precedenza, diversi centri vaccinali per rimediare ai pasticci del portale, che Bertolaso aveva criticato in pubblico anche la settimana scorsa («Continua a funzionare male, a creare equivoci e ritardi»). Ma stavolta è il pulpito, più della predica, ad attirare critiche. Telegrafico il radicale Michele Usuelli: si offre a Bertolaso come consulente gratuito «ma che sia tu a criticare ciò che tu hai la responsabilità di gestire è grottesco».

Un diluvio dal Pd: «Non capisco: è Regione Lombardia ad aver organizzato il tutto o chi altri?», domanda il capogruppo al Pirellone Fabio Pizzul. «Ci risparmi lo scaricabarile su Aria», tuona il segretario regionale dem Vinicio Peluffo, e il consigliere regionale Pietro Bussolati incalza: «La società regionale si era già distinta per il disastro dei vaccini antinfluenzali, chi ha deciso di affidarle la gestione informatica di quelli antiCovid?» «Non restano ormai che le scuse per la gestione pietosa della pandemia», chiosa il grillino Gregorio Mammì. Intanto Bertolaso andava in elicottero a portare il vaccino Moderna agli otto abitanti di Monteviasco, borgo isolato sopra Luino, e il governatore Attilio Fontana spiegava che a mercoledì «abbiamo distribuito 930mila dosi di vaccino, prevediamo la vaccinazione massiva tra due o tre settimane», ma intanto «i vaccini Pfizer li abbiamo esauriti».  Ieri, mentre il vaccino Johnson&Johnson veniva approvato nell’Unione europea, anche la Lombardia ritirava dalla somministrazione i vaccini AstraZeneca del lotto ABV2856, congelato in via precauzionale dall’Aifa «a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti» a quel lotto, benché «al momento non» sia «stato stabilito alcun nesso di causalità». Nessun evento avverso, si apprende da fonti della Regione, è stato segnalato dopo la somministrazione di AstraZeneca in Lombardia, ma appartenevano al lotto ABV2856 i vaccini iniettati in Sicilia a un sottufficiale della Marina di 43 anni e a un poliziotto cinquantenne, il primo morto per arresto cardiocircolatorio, il secondo per emorragia cerebrale, che si erano sentiti male all’indomani dell’iniezione. I magistrati che indagano sui due casi si sono vaccinati con AstraZeneca dopo aver ricevuto le denunce dei loro familiari. Per dare un segnale, anche a diversi insegnanti lombardi spaventati che ieri hanno cercato di annullare l’appuntamento col vaccino anglo-svedese, investito da una nuova ondata di sfiducia. Norvegia e Islanda ne hanno sospeso precauzionalmente la somministrazione in scia alla Danimarca, che ha parlato di «gravi casi di coaguli di sangue tra le persone vaccinate», benché «non sia stato determinato al momento un legame col vaccino». Quattro Paesi (Austria, Estonia, Lettonia e Lussemburgo) hanno bloccato invece solo un lotto specifico di AstraZeneca (ABV5300, mai arrivato in Italia) dopo le segnalazioni di un decesso, un caso di embolia polmonare e due eventi tromboembolici sui quali sta indagando l’agenzia europea Ema. Che tuttavia sottolinea che «non ci sono attualmente indicazioni» che la vaccinazione li abbia «causati».

Per l’Ema AstraZeneca può continuare a essere somministrato: tra i quasi cinque milioni di immunizzati col vaccino anglo-svedese in Ue di eventi tromboembolici ne sono stati segnalati trenta, un numero «non superiore a quello osservato nella popolazione generale», e inoltre i coaguli di sangue «non sono indicati tra gli effetti collaterali di questo vaccino». «Infarto e tromboembolismo non sono tra gli effetti collaterali dei vaccini», spiega l’immunologo Sergio Abrignani della Statale, che ritiene che anche l’«ipotesi improbabile» di problemi «collegati a un particolare lotto» si possa verificare «in un paio di giorni». 

 

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