Contagi a scuola in calo dopo un mese in aula

L’ultimo bollettino dell’Ats è uguale a quello della riapertura. Da oggi i prof possono di nuovo prenotare il vaccino, si preparano i 40enni

I tamponi salivari da poco autorizzati saranno sperimentati in vista del prossimo anno

I tamponi salivari da poco autorizzati saranno sperimentati in vista del prossimo anno

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Milano - A un mese dal rientro in classe dopo la terza ondata, i contagi e le quarantene nelle scuole stanno diminuendo: la settimana scorsa l’Ats Metropolitana ha scoperto 446 nuovi positivi (387 studenti e 59 lavoratori) negli istituti del Milanese e del Lodigiano. Quasi duecento meno della precedente, che era la terza consecutiva di stabilità, ed esattamente lo stesso numero segnalato tra il 5 e l’11 aprile, a cavallo della riapertura delle aule fino alla prima media. I quarantenati (5.585 tra il 3 e il 9 maggio) sono dieci volte tanti, ma comunque quasi tremila meno della settimana precedente, l’ultima di aprile. E anche se occorre attendere la prossima per valutare l’impatto delle superiori (tornate in classe al 70% il 26 aprile), persino il prudente Marino Faccini, direttore delle Malattie infettive dell’Ats, certifica il "calo" dei casi “scolastici” "in un quadro di diminuzione dei contagi a livello generale". Perché le scuole, da che hanno riaperto i portoni a settembre dopo il lockdown da choc pandemico, sono state il tornasole della corsa del virus anche nel resto della popolazione, “telefonando” l’arrivo della seconda e, coi focolai di varianti, anche della terza ondata.

E i virologi possono iniziare a interrogarsi sul combinato disposto tra il clima e le vaccinazioni, che proprio oggi ripartono in Lombardia per quella fetta di personale scolastico che era rimasto fuori dalla campagna a metà aprile, quando il generale-commissario Francesco Paolo Figliuolo, dopo il cambio d’indicazione anagrafica su AstraZeneca, aveva bloccato le iniezioni antiCovid ai "lavoratori essenziali" per mandare avanti i più fragili per età o per patologia. All’epoca in Lombardia l’84% del personale scolastico negli elenchi del Ministero integrati da Comuni e istituti privati aveva già avuto una dose; i richiami sono ripartiti la settimana scorsa, su convocazioni via sms, mentre chi non era riuscito a fare la prima dose da oggi può prenotarla con il sistema Poste, sul quale è stata caricata una "white list". Intanto si preparano i quarantenni, perché ieri il generale Figliuolo ha dato alle regioni il via libera a far prenotare il vaccino da lunedì prossimo ai nati fino al 1981. E soprattutto assicurato che entro fine settimana arriveranno in tutta Italia tre milioni di nuove dosi, ossigeno per "la macchina lombarda" che ieri è arrivata a consumare il 95,5% delle scorte consumate e per questo, ha spiegato la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, "al momento non può andare a pieno regime" superando le 85mila iniezioni quotidiane.

La campagna lombarda non dovrebbe aver problemi col vincolo di priorità ai più deboli ribadito dal commissario, dato che ieri mattina risultavano vaccinati con almeno una dose il 95,2% degli ultraottantenni (e il 98,8% di quelli che hanno chiesto il vaccino), l’81,2% dei settantenni (94,3% degli aderenti) e il 61,2% dei sessantenni (75,8% tra i prenotati), mentre alla categoria "fragili" erano stati iniettati 503.458 vaccini. Più di un cinquantenne su 5 (il 22,4%) aveva già un’iniezione-scudo, mentre le adesioni, aggiungendo alle prenotazioni in altre categorie le 573.206 “anagrafiche” raccolte tra domenica notte e il tardo pomeriggio di ieri, sono arrivate al 68% della classe ’62-’71. Viaggiano su un binario più lento le vaccinazioni a domicilio (alle richieste per superanziani se ne sono aggiunte nell’ultimo mese altre da disabili gravi e "vulnerabili"), ma il direttore del Welfare Giovanni Pavesi, alla Commissione Sanità del Pirellone, ha detto ieri di avere "rassicurazioni dalle Ats che dovrebbero concludersi entro il mese di maggio". Mentre le vaccinazioni dei lavoratori in azienda "non potranno essere prese in considerazione prima di giugno". Pavesi ha accolto la proposta del consigliere dem Carlo Borghetti, che chiedeva di mettere a carico della sanità pubblica i tamponi necessari ai parenti per visitare gli ospiti delle Rsa, ipotizzando di includerli nelle dotazioni che le strutture già ricevono per gli screening dalle Ats. Invece il governatore Attilio Fontana ha promesso di valutare l’imposizione di un prezzo calmierato per i tamponi a pagamento. I tamponi, l’aver avuto il Covid e il vaccino sono i tre parametri sui quali si baserà il green pass per viaggiare in Ue, ha ricordato Moratti, ma il certificato di vaccinazione ora ha validità sei mesi: la vicepresidente ha proposto di allungarla al Ministero della Salute, che valuterà l’idea con il Cts.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro