REDAZIONE MILANO

"Così racconto la mafia ai bambini di tutta Italia"

La sfida è tra le più difficili: raccontare a bambini di tutte le zone d’Italia che cosa è la mafia, con un linguaggio in grado di appassionarli e nello stesso tempo trasmettere un messaggio forte. L’insegnante e regista originaria di Palermo Francesca La Mantia, che lavora al liceo scientifico Fermi di Milano, ha creato il personaggio di un bambino, Pietro, che cresce nel capoluogo siciliano nel pieno della guerra di mafia degli anni ’80. L’esempio del giudice Rocco Chinnici e del vicequestore di Palermo Ninni Cassarà, entrambi nel mirino dei clan, faranno nascere in lui un bisogno sempre più forte di verità e giustizia.

"Credo nel ricordo e nell’esempio. Per capire la nostra storia e combattere le mafie non si può santificare e andare avanti, dobbiamo ricordare chi ha fatto il proprio dovere, persone in carne e ossa e non eroi", racconta La Mantia. Il libro “La mia corsa” edito da Gribaudo, adatto a un pubblico dagli 8 anni in su e arricchito dalle illustrazioni di Matteo Mancini, viene pubblicato in occasione della Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie del 21 marzo: un progetto importante, che nasce per "far conoscere la storia di chi non si è voltato mai dall’altra parte". Non "santi ed eroi" ma persone che hanno anteposto "il bene collettivo a quello individuale". La Mantia si era già cimentata con la ricerca di linguaggi nuovi per narrare la storia ai bambini nel libro illustrato “Una divisa per Nino“, questa volta ambientato nel ventennio fascista, divenuto un libro di testo adottato da scuole di tutta Italia. "Oggi si può narrare la mafia ai bambini con un racconto di formazione e con il farsi delle domande – conclude – e pensando sempre che i bambini sono il nostro presente, non il futuro".

Andrea Gianni