Covid in Lombardia: a maggio novemila sospetti, il 9% ha il virus

Le segnalazioni alle Ats da medici e datori di lavoro. Test sierologici: il 31% di chi era in quarantena e il 13% dei sanitari ha gli anticorpi

I test sierologici attendibili per gli anticorpi al Sars-CoV-2 si basano su un prelievo

I test sierologici attendibili per gli anticorpi al Sars-CoV-2 si basano su un prelievo

Milano, 6 giugno 2020 - Ieri a Milano sono stati scoperti 52 nuovi contagiati dal coronavirus, e altri 47 in provincia; risultato d’una infornata record da 19.389 tamponi in un giorno che ha portato a 800.276 il monte-test molecolari effettuati a 475.041 lombardi durante la pandemia. La percentuale di test positivi (2,1%) è stata più bassa del 2,5 per cento di contagiati (31 nel Milanese di cui 16 in città) svelati dai 3.410 tamponi registrati giovedì, comunque meno d’un decimo del 26,8% di positività che si diagnosticavano a metà aprile. Anche i positivi che si scoprono oggi, con poco più di tremila malati di Covid ricoverati negli ospedali lombardi di cui 120 conclamati in terapia intensiva, sono diversi da quelli che venivano diagnosticati nei momenti più gravi dell’emergenza: oltre che a chi arriva in pronto soccorso, a pazienti e operatori sanitari con sintomi e a ex malati per scoprire se hanno negativizzato il virus, ora i tamponi si fanno a chi entra in ospedale con un ricovero programmato e chi viene segnalato all’Ats dal medico di base o del lavoro perché ha avuto sintomi simil-influenzali, o contatti stretti con chi li ha avuti, o si è presentato lavoro con la febbre sopra i 37,5°C; oppure perché sono risultati positivi a un test sierologico.

Dall’11 maggio , debutto del nuovo sistema di sorveglianza territoriale, sono stati più di novemila i lombardi segnalati alle Ats dai medici di base o dai datori di lavoro; per la precisione 9.178, ha spiegato ieri l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, di cui 2.772 nella prima settimana (fino a domenica 17 maggio), 3.160 nella seconda (dal 18 al 24 maggio) e 2.545 nella terza (dal 25 al 31 maggio). "Tutte queste richieste sono state prese in carico e nell’80% dei casi è già stato eseguito il tampone, per gli altri è stato prenotato", ha detto l’assessore Gallera. Il 9% dei segnalati sul territorio è risultato positivo al virus. La rete dei laboratori regionali, ha aggiunto Gallera, oggi può processare fino a 22mila tamponi in un giorno e garantire dunque gli esiti in "tempi molto più rapidi". La quota giornaliera di risultati caricati nel sistema di sorveglianza "dipende dalle segnalazioni dal territorio e dalle richieste degli ospedali"; ad esempio il numero esiguo di tamponi di giovedì (meno di un quinto dei tamponi di ieri) "dipende dal calo delle richieste nel weekend precedente, collegato alla festività del 2 giugno, nel contesto di un progressivo calo degli accessi negli ospedali" e soprattutto delle urgenze "per eventi respiratori", "e di riduzione della diffusione della pandemia". 

Per i segnalati dal territorio (causa sintomi sospetti o contatti stretti con chi li ha avuti) prima dell’11 maggio, la sorveglianza prevede il test sierologico gratuito regionale e, in caso di positività, il tampone. "Le strutture sanitarie - aggiunge Gallera - stanno rafforzando la presa in carico" anche di questi “ex quarantenati”. In Lombardia, dal 23 aprile, la Regione ha effettuato 173.659 test sierologici: sono stati sottoposti al prelievo per individuare gli anticorpi al Sars-CoV-2 78.838 “civili” segnalati dalle Ats e dai medici di base e 94.821 operatori sanitari. Il 30,8% degli “ex quarantenati” (24.218 lombardi) e il 12,7% degli operatori sanitari (12.069) è risultato positivo agli anticorpi, ed è stato già sottoposto, o ha una prenotazione, per il tampone che verifica la presenza del virus. I tamponi effettuati sinora, ha spiegato Gallera, hanno individuato un 8% di positivi anche al coronavirus tra persone che erano in quarantena ad aprile e un 1% tra gli operatori sanitari. "In questi giorni", aggiunge l’assessore, è partita la campagna di screening (sempre volontari) alla categoria successiva individuata dalla Regione, quella delle forze dell’ordine, "in base a un programma elaborato dalle Ats insieme alle Prefetture". Sinora la campagna di test sierologici regionali si è basata sul kit San Matteo-Diasorin, candidato alla validazione per l’individuazione degli "anticorpi neutralizzanti", cioè quelli che, in base a quanto osservato dai ricercatori di Pavia in laboratorio, sarebbero in grado di bloccare la replicazione del nuovo coronavirus nelle cellule umane.  

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