
Persone in coda per entrare in un supermercato
Milano, 23 marzo 2020 - Supermercati aperti, e-commerce e corrieri che si occupano della consegna della spesa a domicilio al lavoro a pieno regime. Uffici pubblici in versione online, imprese edili e fabbriche che, con una serie di eccezioni, avranno tempo fino a mercoledì per spegnere le macchine. Oggi si apre una settimana all’insegna di ulteriori strette alle aperture stabilite a livello nazionale dal decreto firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al quale si somma, a livello regionale, l’ordinanza con maglie ancora più strette emessa sabato da Palazzo Lombardia. Saranno garantiti servizi come l’attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, e tutti quelli connessi alla filiera farmaceutica e alimentare. Dalla produzione di cibo e bevande al trasporto nelle case o nei supermercati, che non subiranno ulteriori riduzioni dell’orario di apertura anche per non creare assembramenti.
Diversi uffici pubblici stanno mettendo a disposizione sistemi per continuare a fornire il servizio senza contatti diretti con gli utenti. Ad esempio da oggi le pratiche dello Sportello unico edilizia del Comune di Milano, in via Bernina, saranno gestite solo online. "La trasformazione digitale in atto nel Comune di Milano – informa Palazzo Marino – consentirà la sostanziale parità di servizio e la temporanea chiusura al pubblico della sede di via Bernina 12, oltre a quella delle sedi di via Edolo 19, via Cenisio 2 e via Pirelli 30, anche in considerazione della notevole flessione di pubblico registrata nell’ultima settimana a causa dell’emergenza coronavirus".
Restano chiusi anche negozi che vendono beni non di prima necessità, bar e ristoranti, parrucchieri e centri estetici, piscine, palestre e centri sportivi, solo per citare alcune attività già da giorni al centro della stretta.Nel nuovo decreto del Governo l’elenco di attività produttive che oggi potranno continuare a lavorare. "Restano sempre consentite – si legge nel testo – anche le attività che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere della attività". Un passaggio che secondo alcuni allargherebbe troppo le maglie, con distinguo che creano il caos in alcuni settori. "Diverse industrie possono rimanere aperte – spiega Andrea Donegà, segretario generale della Fim-Cisl Lombardia – poi c’è il tema della filiera, ovvero tutti quelli collegati a chi puó restare aperto". Da giorni, infatti, Cgil, Cisl e Uil chiedono di "fermare tutto per difendere la vita e la salute" e ora minacciano lo sciopero. Le attività sospese, viene specificato, "possono continuare con il lavoro agile". Nel decreto gli uffici pubblici restano aperti ma solo per attività indifferibili, così come gli studi professionali.
È di 80 voci l’elenco delle attività che continueranno a rimanere aperte: continueranno a essere consentita anche attività legate alle famiglie, dalle colf e badanti conviventi ai portieri nei condomini. Resteranno in funzione l’intera filiera alimentare per bevande e cibo, quella dei dispositivi medico-sanitari e della farmaceutica e, tra i servizi, quelli dei call center. «Sono consentite le attività degli impianti a ciclo continuo – si legge nel testo – previa comunicazione al Prefetto, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti". Maglie più larghe rispetto a quelle stabilite dall’ordinanza della Regione Lombardia, che supera quella nazionale in rigore. Entra in vigore sul territorio regionale, tra le altre norme, il "divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente". Si fermano i cantieri edili, così come devono rimanere chiusi i distributori automatici di cibo e bevande “h24“. Le aziende, intanto, si stanno attrezzando per spegnere le macchine. Tra le altre milanesi Pirelli che, da oggi, sospende la produzione di pneumatici a Sesto Torinese e Bollate.