GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Milano, un fondo per chi perde il lavoro a causa del coronavirus

Ad istituirlo sono la Diocesi e il Comune, che metterà a disposizione 5mila mascherine per medici di base e pediatri

Il sindaco Beppe Sala

Milano, 22 marzo 2020 - Cinquemila mascherine a disposizione dei medici di base, un fondo per sostenere i disoccupati in collaborazione con la Diocesi e, infine, la scelta di trasferire alcuni senzatetto al Centro Saini in modo da ridurre l’affollamento all’interno del dormitorio di viale Ortles. Queste le nuove misure annunciate ieri dal sindaco Giuseppe Sala per la gestione dell’emergenza provocata dal Coronavirus. Nel corso della giornata di ieri il primo cittadino è poi tornato a ribadire la sua contrarietà ad ogni ipotesi di riduzione dell’orario di apertura dei supermercati perché l’effetto sarebbe, a suo avviso, quello di far aumentare, non ridurre, code e assembramenti.

Le mascherine – cinquemila intutto, come detto – potranno essere ritirate a partire da domani e potranno usufruirne tutti i medici di medicina generale e i pediatri che operano in città. Nel kit è compreso anche un flacone da 3 litri di sanitizzante, donato da Branca. Per il ritiro bisogna andare in uno dei 7 hub temporanei che il Comune ha allestito, insieme alle associazioni del terzo settore, per fronteggiare l’emergenza.

«Continuiamo a lavorare per raccogliere offerte e donazioni che ci arrivano dalle tante città, società, associazioni, singoli cittadini, comunità nazionali e internazionali che vogliono aiutarci ad affrontare questa emergenza. E redistribuiamo ciò che arriva a chi ne ha più bisogno in questo periodo – commenta la vicesindaco, Anna Scavuzzo –. Lo facciamo attraverso i servizi dello 020202 e lo facciamo attraverso gli hub, prima solo con i generi alimentari per le famiglie in difficoltà e, ora, anche con le mascherine a medici di base e pediatri».

Le informazioni per procedere al ritiro sono sul sito dell’Ordine dei Medici di Milano.Quindi il fondo per chi perde il lavoro a causa della congiuntura creata dal Coronavirus, istituito dal Comune insieme alla Diocesi di Milano e ribattezzato “Fondo San Giuseppe“. «Abbiamo deciso di creare un fondo speciale per esprimere la nostra prossimità e offrire un pronto soccorso a coloro che a causa dell’epidemia in atto non hanno alcuna forma di sostentamento – spiega l’Arcivescovo Mario Delpini –, affidando il suo funzionamento alla rete dei distretti del Fondo Famiglia Lavoro attualmente in attività». «Milano – dichiara il sindaco - ha il cuore grande e nelle difficoltà ha sempre saputo dimostrarlo con fervore. La grave crisi che il Coronavirus sta generando mette in serie difficoltà tanti milanesi. È nostro dovere fare la nostra parte come amministratori: ce lo impone lo spirito ambrosiano. Per questo sosteniamo l’iniziativa della Diocesi di istituire il Fondo San Giuseppe. Aiutiamo chi è più fragile, non lasciamo indietro nessuno, siamo solidali».

Il Fondo parte con una dotazione iniziale di 2 milioni di euro e, grazie al contributo offerto dal Comune di altri 2 milioni di euro, metterà a disposizione inizialmente 4 milioni. Risorse dedicate a chi ha perso il posto di lavoro dal primo marzo 2020, nel dettaglio: i disoccupati a causa della crisi Coronavirus, dipendenti a tempo determinato cui non è stato rinnovato il contratto, lavoratori precari, lavoratori autonomi, collaboratrici familiari e altre categorie di lavoratori fragili. Le domande devono essere presentate ai centri di ascolto parrocchiali e ai distretti del Fondo Famiglia Lavoro in cui è stato suddiviso il territorio della diocesi, a partire dal 25 marzo 2020. 

Sala, come detto, è poi tornato sul tema supermercati: «Mi sto facendo sentire dal Governo perché trovo profondamente sbagliato che i supermercati chiudano la domenica. Capisco le difficoltà ma più si riducono gli orari e più le code aumentano, e questo non va bene. I supermercati sono rimasti aperti in bei momenti la domenica, devono rimanere aperti». Infine un ringraziamento e un appello: «Vorrei ringraziare i milanesi, che stanno facendo la loro parte, a parte alcune eccezioni, in questa che è una maratona. Immaginate il crollo di una città da 1.400.000 abitanti cosa produrrebbe sul sistema sanitario. Sarebbe un disastro. No,non può essere».