
di Giambattista Anastasio
Tra le eredità lasciate in dote dalla realizzazione della Metropolitana 4 ce n’è una che va – anzi è già andata – oltre Milano. Si tratta della piattaforma informatica tuttora in uso per individuare e impedire eventuali infiltrazioni mafiose nei cantieri della nuova linea. Il suo nome non è di grande appeal per i non addetti ai lavori: si chiama Sileg-M4. Ma è una piattaforma creata in house, messa a punto all’interno di M4 Spa, e, a dispetto del nome, piace. Infatti sarà utilizzata per vigiliare sui lavori da realizzare a Roma per il Giubileo del 2025 e per il Parco della Giustizia di Bari.
"Di solito – spiega Francesca Rizzi, responsabile dell’Ufficio Protocolli di M4 – accade che si acquistino piattaforme realizzate da società esterne. Questo è, invece, un caso diverso: la piattaforma è stata realizzata da noi, dalla stazione appaltante, valorizzando le competenze acquisite internamente in questi anni". Sileg è stata adottata a lavori in corso, da ottobre 2020. "Abbiamo iniziato a lavorarci durante il lockdown – fa sapere Rizzi –. Rispetto ad una piattaforma tipo consente una maggiore tracciabilità di tutti i passaggi che coinvolgono le aziende attive nei cantieri della metropolitana. Ad esempio, ogni comunicazione deve avvenire all’interno della piattaforma, non è previsto né consentito l’uso di mail". Ma non solo. "Gli altri vantaggi garantiti dal nostro sistema rispetto a quelli acquistati da fornitori esterni sono la possibilità di impedire immediatamente l’ingresso nei cantieri al personale delle ditte, una volta che è scaduto il contratto, attraverso la disattivazione dei badge, la possibilità di interrompere i flussi finanziari, di avere la piena proprietà dei dati e, infine, di risparmiare sui costi: per realizzarla abbiamo speso 300mila euro, cifra che abbiamo già recuperato attraverso le sanzioni". Il software ha infatti permesso di emetterne più di 40 solo nel periodo compreso tra l’inizio del 2022 e maggio del 2023 per un valore di 600mila euro. Nel dettaglio, si è trattato soprattutto di sanzioni per "mancata o tardiva comunicazione di variazioni di assetto societario a carico di sub-appaltatori dell’opera". Dall’inizio dei lavori di realizzazione della M4 l’importo totale delle sanzioni è stato invece pari a 1 milione di euro. Di questi, 700mila euro sono stati incamerati della Prefettura di Milano, che li destinerà a progetti per il territorio, gli altri 300mila sono stati lasciati a M4 Spa a copertura delle spese sostenute per la creazione di Sileg.
Non è ancora tutto, però. Questa piattaforma è "open source", vale a dire accessibile e aperta a più enti monitoranti, e replicabile per altre opere in altri contesti. Nel caso di M4 hanno accesso al software il Comune di Milano, primo azionista della società, la Prefettura, la Direzione Investigativa Antimafia, la polizia locale, l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio (Amat) ma anche le organizzazioni sindacali. "Un esempio unico – sottolineano da M4 Spa – di uno strumento antimafia concepito, creato, finanziato ed impiegato dalla società concessionaria, che è potenzialmente utilizzabile nei cantieri di tutte le opere pubbliche del Paese, per contrastare il pericolo di infiltrazioni mafiose. E che assicura ampi risparmi di fondi pubblici". La Prefettura di Milano, ottenuto parere favorevole anche dal Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Infrastrutture e degli Insediamenti Prioritari, ha riconosciuto la piattaforma come "valida misura incrementale di sicurezza antimafia". Ma, come anticipato, le sue potenzialità sono state intuite anche da altre istituzioni: l’Agenzia del Demanio ha sottoscritto una convenzione con M4 per utilizzare il codice sorgente della piattaforma per i lavori relativi al “Parco della Giustizia di Bari” e, nel 2023, per quelli nella città di Roma per il Giubileo 2025.