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Strage di via Palestro, Milano non dimentica. Sala chiede giustizia per le vittime /FOTO

Il sindaco ha ricordato la strage di 26 anni fa: "Il boato dell'autobomba fu per i milanesi una chiamata a rinnovare la lotta per la libertà. Una nuova resistenza"

Commemorazione strage via Palestro

Milano, 27 luglio 2019 - Milano ha saputo dire "no alla mafia" e ogni giorno "stronca il tentativo delle mafie di recuperare il terreno perduto". Lo fa dal 27 luglio del 1993 quando Cosa Nostra provò a piegare il capoluogo lombardo con un'autobomba in via Palestro. I cinque morti di quella strage di 26 anni fa sono stati ricordati oggi dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che è tornato a chiedere giustizia per le vittime: "La strage di via Palestro è ancora in gran parte impunita. E' inaccettabile che, malgrado diverse sentenze, esecutori e mandanti non abbiano saldato il loro conto con la giustizia. Milano si domanda come sia possibile non essere riusciti a venire a capo di questa strage. E se la domanda rimane senza risposta noi continueremo a ricordare". Sala ha parlato in un lungo intervento delle reazioni che scatenò il 27 luglio del 1993. "Le mafie - ha detto - provarono ad attaccare Milano, che rispose dicendo un secco no e dichiarò guerra. Milano ha combattuto e ha vinto: ancora oggi stronca i tentativi delle mafie di recuperare il terreno perduto" anche se la criminalità organizzata "non si è arresa" perché " Milano è una città ricca e un territorio appetibile", ha aggiunto il numero uno di Palazzo Marino. "Il boato dell'autobomba di via Palestro fu per i milanesi una chiamata a rinnovare la lotta per la libertà. Una nuova resistenza. Oggi rendiamo omaggio alle vittime innocenti di un ignobile attacco: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picierno, l'agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e Driss Moussafir, cittadino del Marocco".  La reazione della città, ha aggiunto Sala, fu immediata "e forse fu proprio in questa via che iniziò la reazione nazionale che uomini come Falcone e Borsellino avevano a lungo auspicato. Cambiammo tutti passo, non solo con una nuova consapevolezza politica e culturale ma con scelte di organizzazione e con una nuova collaborazione tra istituzioni, forze dell'ordine e magistratura: a organizzazioni malefiche come la mafia che combattiamo bisogna contrapporre organizzazioni benefiche". Ricordare significa "dire da che parte stiamo. Il nostro messaggio alle mafie è chiaro: volevate prendervi Milano; volevate chiudere Milano nella paura, ma così non è stato e non sarà. Milano - ha chiosato Sala - è una città libera e felice, consapevole dei suoi limiti e problemi".