ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Milano, il manager stregato dalla fantascienza

Daniele Ferroni possiede la più grande, completa e non usurata collezione di Urania, la più longeva collana editoriale sul tema

Daniele Ferroni con alcuni pezzi pregiati della collezione

Milano - Stregato dalla fantascienza. Daniele Ferroni, manager contabile di 64 anni, è uno dei più quotati collezionisti di Urania, la più longeva collana editoriale di genere fantascientifico in Italia. Possiede, fra la serie "madre" e le collane "figlie", circa 3mila volumi della linea pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore dal 1952. Non è l’unico ad avere tutti gli esemplari, ma è fra i pochi che può fregiarsi di una collezione in condizioni eccellenti. Come tascabili economici, infatti, questi libri sono facilmente deperibili.

La sua biblioteca arriva a 11mila volumi (sparsi fra la sua abitazione in zona Porta Venezia, i due uffici e la casa al mare) toccando anche altri generi, dal giallo all’horror. Ma quelli a cui è più legato rimandano a mondi diversi dal nostro. La sua "Urania-mania" sboccia durante l’adolescenza. "Era il 1972, adoravo già i fumetti. Proprio nella bancarella in cui mi rifornivo vidi per la prima volta gli Urania: rimasi completamente ipnotizzato dalle copertine. Ne presi due e quel sabato pomeriggio lo passai a leggere senza smettere un istante. Erano il numero 598, 'Pianeta difficile' di Algis Budrys, e il numero 608, 'Neanche gli dei' di Isaac Asimov".

Le illustrazioni erano quelle surreali firmate da Karel Thole, il disegnatore olandese che ha ridefinito l’estetica della fantascienza italiana. "Ho iniziato a divorare i volumi scambiandoli appena finivo di leggerli e, dopo la maggiore età e aver raggiunto una certa stabilità economica, ho cominciato a collezionarli.

"I pezzi più difficili da scovare ottimamente conservati sono quelli caratterizzati dalla costa bianca, dal numero uno al 172" spiega il collezionista, riferendosi agli esemplari usciti dal 1952 al 1958 con le copertine di Kurt Caesar. Ferroni possiede ovviamente il leggendario numero uno - uscito il 10 ottobre del 1952 per 150 lire - "Le sabbie di Marte" di Arthur Clarke. "Ho sei copie, inclusa quella anastatica. Il loro valore si aggira attorno a 100 euro ma quello più prezioso che ho, in condizioni davvero eccezionali, vale circa 150 euro". Non meno prezioso è il numero 3, "L’orrenda invasione" di John Wyndham, perché la tiratura fu limitata.

Il numero che fa impazzire gli amatori è il “323 bis”, uscito nel dicembre del 1963: "È un fascicolo molto particolare sia per il formato più grande che per il contenuto costituito dalle strisce di “B.C.” di Johnny Hart, già apparse in appendice ai romanzi. Può valere in certe condizioni più del numero uno". Su eBay infatti lo si trova anche alla bellezza di 300 euro.

Al di là del valore economico, Ferroni adora, come Emmanuel Carrère, le opere di Philip K. Dick, "il visionario scrittore di fantascienza che ha ispirato “Blade Runner” di Ridley Scott e tantissimo cinema". E gli piace anche molto "Robert Heinlein, accusato - a mio giudizio ingiustamente - di militarismo velatamente nazista. In genere vado matto per tutta la fantascienza del periodo d’oro: sono autori che ti aprono la mente". Se per le nuove uscite di Urania il canale rimane l’edicola, per recuperare i pezzi vintage ci si rivolge alle bancarelle o alla vendita fra privati: "Tra collezionisti ci conosciamo tutti: saremo circa trecento in tutta Italia. Donne? Ne ho viste solo due in vita mia...".