
La sua militanza nelle fila di Ciclobby è iniziata nel 2002. In questi 21 anni di impegno per la tutela e la diffusione della ciclabilità, Guia Biscaro ha visto cambiare più i milanesi che Milano: "La mentalità e le abitudini dei cittadini sono diverse oggi rispetto ad allora, ma le infrastrutture per le biciclette e i ciclisti sono rimaste carenti, le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città non hanno assecondato e supportato a sufficienza il cambiamento". Un cambiamento che le è parso per la prima volta evidente durante l’edizione 2013 del censimento dei ciclisti, curato sempre da Ciclobby: "Da allora ci aspettavamo che il numero dei ciclisti in città sarebbe ulteriormente aumentato, che sarebbe esploso, invece non è stato così e il motivo sta anche nell’insufficiente progettazione di piste".
Tre anni più tardi, nel 2016, Biscaro viene promossa alla presidenza di Ciclobby, carica che avrebbe detenuto fino al 2022. Attualmente fa parte del direttivo dell’associazione e presiede la “Consulta cittadina per la mobilità attiva e l’accessibilità“. Nel mezzo la pandemia: "È dopo la fase dei lockdown che il numero di ciclisti è definitivamente esploso, l’aumento, rispetto al periodo pre-Covid, è stato del 110% e stavolta anche il Comune ha contribuito al risultato perché, insieme all’Associazione Nazionale dei Comuni, ha ottenuto innovazioni importanti come la possibilità di istituire piste ciclabili tracciandole e delimitandole con la sola segnaletica, orizzontale e verticale, o la casa avanzata per la sosta".
Sembrava la volta buona: "A fronte di questo impegno, le aspettative per il secondo mandato da sindaco di Giuseppe Sala erano altissime ma attualmente prevale la delusione. Comprendo la scarsità di risorse, ma si sarebbe dovuto far di tutto per evitare di ridurre le corse dei mezzi pubblici, che in Europa sono considerati la linfa delle città. Tra piazze tattiche e ciclabili qualcosa è stato fatto, ma secondo la politica “un colpo al cerchio ed una alla botte“ – spiega Biscaro –, come se ancora oggi l’auto fosse al centro delle scelte di mobilità: eccezion fatta per la doverosa tutela di alcune categorie, come gli anziani e i disabili, questa visione ha poco senso ormai. È come se si faticasse a comprendere che la città è già cambiata, ha una mentalità diversa: manca quello slancio invece necessario se si vuole sviluppare con coerenza la visione che questo cambiamento già impone, lo slancio per un vero cambiamento".
La task force istituita da Sala, allora, può rappresentare un’occasione: "È uno strumento che aiuterà tanto a rendere meno episodico il confronto con il Comune. Non che in questi anni non ci sia stato dialogo, ma noi e altre realtà della ciclabilità siamo stati chiamati quasi sempre a progetti già deliberati e finanziati. Ora potremo partecipare alla fase di progettazione". E gli obiettivi che la task force deve porsi sono due, per Biscaro: "Occorre tracciare piste ciclabili in tutte le strade della città, esattamente come si fa con la sosta: ovunque ci sono stalli, ovunque ci siano spazi ciclabili. E bisogna sperimentare: si parta da piste in segnaletica e nel caso le si metta in struttura".
Giambattista Anastasio
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