
Chiesa di Castagnedo
Milano - Per riuscire a vederla bisogna prima lavorare di fantasia e poi avvicinarsi facendosi largo tra le foglie e i rifiuti. Ed eccola, accanto al palazzone che un tempo ospitava l’Inps di via Toffetti, oggi dismesso, all’angolo con via Tertulliano, alla periferia sud est della città: l’antica chiesetta di Sant’Anna in Castagnedo, oggi un rudere inghiottito dal degrado, pieno di immondizia e sterpaglie ("gli affreschi che la ornavano – spiegano alcuni cittadini della zona – sono stati asportati tempo fa), le cui facciate sono anche utilizzate come angolo toilette. "Un peccato vederla in questo stato", commenta Francesco Liuzzi, tra gli abitanti più attivi, fondatore della pagina Facebook “Milan l’è sempre Milan“ e del canale Youtube “Milano sparita“, che sogna di vederla almeno ripulita e messa in sicurezza.
"Il massimo sarebbe vederla trasformarsi in casa per associazioni culturali della zona". La chiesetta di Sant’Anna è quel che rimane dell’antico borgo di Castagnedo, il cui nome deriva verosimilmente dalla presenza di un bosco di castagni; secondo alcuni documenti, la località apparteneva già nel dodicesimo secolo alle monache di Santa Margherita ma verso la fine del tredicesimo secolo la località ospitava anche una comunità di monache Umiliate, dedite alla lavorazione della lana: furono loro a far costruire la piccola chiesa inizialmente dedicata a Santa Maria, che poi cambiò nome in Sant’Anna in Castagnedo. L’oratorio degli Umiliati ha le caratteristiche di chiesa romanica a nave unica anche se oramai il tetto è sfondato e con gli anni la struttura è stata “imbottita“ di spazzatura. Da fuori si vedono anche cavi, con tutta probabilità svuotati dell’anima di rame e poi buttati via. L’oratorio compare sull’elenco degli immobili vincolati dalla Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici di Milano. Non è chiaro se sia ancora sottoposto a vincolo, dopo l’asportazione dei pregiati affreschi.
Ma si può pensare a una riqualificazione? "Insieme all’assessorato alla Rigenerazione urbana – spiega Giacomo Perego (Pd), assessore alla Cultura del Municipio 4 – abbiamo fatto una ricerca per risalire alla proprietà, scoprendo che è una società riconducibile a Enpam (Ente nazionale di previdenza ed assistenza medici) e nei prossimi mesi cercheremo di avviare un dialogo. Abbiamo un duplice obiettivo: preservarla mettendola in sicurezza (c’è un Regio decreto che la tutela come monumento nazionale) e ridarle un’identità, investendo sulla memoria storica di un quartiere e valorizzandolo. Un domani, chissà, potrebbe diventare un polo culturale in una zona al centro di riqualificazione (l’ex scalo ferroviario di Rogoredo, a due passi, si trasformerà in un nuovo quartiere, ndr )". Ma bisognerà capire se ci saranno le intenzioni e i fondi per la rigenerazione. Intanto, "ci siamo già attivati con l’assessorato alla Cultura del Comune – conclude Perego – per dare un segnale con un cambio di toponomastica: l’idea è dedicare a Castagnedo la stradina su cui si affaccia la chiesa, ancora senza nome".