Cernusco vota sì alla variante L’opposizione: "Colata di cemento"

Dopo 17 ore di consiglio comunale e 3 anni di iter approvato il piano di lottizzazione di via Cevedale

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di Barbara Calderola

Quasi 17 ore di discussione in aula, ma alla fine la maggioranza compatta vota in blocco la variante 2: "Cioè la colata di cemento in via Cevedale", dicono le minoranze alla fine del dibattito-fiume. Daniele Cassamagnaghi, capogruppo azzurro, riassume il concetto: "Grazie a questo piano i giovani cernuschesi saranno costretti a emigrare altrove per comprare casa. Qui costa troppo e la maggioranza ha appena cancellato l‘edilizia convenzionata. E non vengano a dirci che l‘hanno solo spostata in via Brescia, zona industriale. La differenza è chiara". È anche sulla lottizzazione del quartiere che nel mandato scorso si è consumata la frattura in maggioranza fra Pd e Vivere Cernusco.

Tutto ruota intorno all‘accordo con i costruttori che hanno accettato di ridurre le volumetrie dal 25 al 15%, ma in cambio hanno chiesto l‘eliminazione degli appartamenti a prezzi calmierati. Per Rita Zecchini (Sinistra per Cernusco e La città in comune) l‘approvazione del documento "è una brutta partenza. Un regalo ai privati. Un‘area verde si poteva sacrificare per tendere una mano ai ragazzi, non alla speculazione", mentre per Giordano Marchetti (Vivere Cernusco), "dopo tre anni arriva in porto l‘atto urbanistico più lungo che la città abbia mai visto.

Nato per individuare le aree di ampliamento del Centro sportivo di via Buonarroti ai confini con il Parco delle Cave è invece stato infarcito come un tacchino con le richieste più disparate, dalle opere aggiuntive dei piani attuativi, ai parcheggi". "Così abbiamo ottenuto compensazioni alla Melghera poco significative - rincara Cassamagnaghi -. Tutto davanti a una maggioranza che ci ha regalato uno spettacolo poco rispettoso del Consiglio: un bivacco annoiato. E al momento giusto, su le mani, come in discoteca".

Il sindaco Ermanno Zacchetti respinge ogni addebito: "Nessuna cementificazione. La variante riduce il consumo di suolo come testimonia il parere di Città Metropolitana. E l‘edilizia convenzionata non è affatto stralciata, ma ricollocata in una zona dismessa in un‘ottica di rigenerazione".

Il capogruppo azzurro non ci sta e ricorda al sindaco che "le forze di minoranza insieme valgono il 60%: la maggior parte della città - conclude Cassamagnaghi - non voleva questo piano".

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