Caso Amara-Eni, De Pasquale chiede di essere interrogato

Indagato dopo la denuncia del collega Paolo Storari. La Procura di Brescia . potrebbe chiedere il giudizio

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Hanno chiesto di essere interrogati il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro (ora alla Procura europea) nell’inchiesta della Procura di Brescia che li vede indagati per rifiuto d’atti d’ufficio perché, stando a quanto messo a verbale dal loro collega milanese Paolo Storari, non avrebbero depositato prove, da lui trovate, favorevoli agli imputati nel processo Eni-ShellNigeria, poi tutti assolti dal tribunale il 15 marzo scorso, compreso l’ad Claudio Descalzi.

Le istanze per gli interrogatori (che devono essere ancora fissati) sono arrivate dopo che a inizio ottobre i pm bresciani hanno chiuso le indagini a carico dei due pm milanesi, in vista della richiesta di rinvio a giudizio. Nelle indagini sui casi intrecciati Eni-Nigeria e “verbali di Piero Amara“, coordinate dal procuratore bresciano Francesco Prete e dai pm Donato Greco e Francesco Carlo Milanesi, è stata già chiusa anche la tranche che vede indagati per rivelazione di segreto d’ufficio, proprio in relazione alle dichiarazioni dell’ex legale esterno di Eni, il pm Storari e l’ex componente del Csm Piercamillo Davigo.

A quest’ultimo Storari consegnò quelle carte, a suo dire per autotutelarsi dall’inerzia dei vertici della Procura milanese nell’indagare sulle rivelazioni di Amara sulla presunta Loggia Ungheria, che potevano avere anche profili di calunnia.

La posizione del procuratore capo di Milano Francesco Greco, pure lui finito indagato a Brescia per omissione d’ufficio (sempre in seguito alle dichiarazioni del pm Storari sulle mancate indagini nei confronti di Amara) è srtata invece definita con la richiesta di archiviazione.

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