"Caro materiali, sì a prezzi dinamici San Siro? Punto sull’ipotesi Sesto"

De Albertis (Assimpredil): il Dl Aiuti prevede fondi ragionevoli per l’edilizia, ma resta l’incognita dei tempi. Le nostre proposte? Un aggiornamento dei prezzi come in Francia e contratti collaborativi con i privati

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di Massimiliano Mingoia

I dati sull’aumento dei prezzi delle materie per le imprese edili fanno una certa impressione. Qualche esempio, fornito dal Centro Studi Ance? Lamiere in acciaio: +278%. Tubazioni in ferro: +161%. Legname per infissi: +203%. Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance (l’associazione che raggruppa le imprese edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza), guarda con preoccupazione al rincaro dei materiali, dovuto alla crisi provocata dalla guerra tra Russia e Ucraina. Certo, gli stanziamenti previsti nel decreto Aiuti approvato lunedì dal Governo sembrano una boccata d’ossigeno per le imprese: per il 2022 sono previsti 3,5 miliardi di ristori statali, di cui 2 miliardi per le opere in essere più 1,5 miliardi per i bandi che dovranno ancora partire. Inoltre il decreto prevede 1,5 miliardi di euro di aiuti per i prossimi anni, dal 2023 al 2026. "Se effettivamente il decreto in Gazzetta Ufficiale indicasse queste cifre, potrebbe essere una misura ragionevole – commenta De Albertis, in dolce attesa –. Ma bisogna fare in modo che queste risorse arrivino presto alle imprese. Non come sta accadendo per i ristori previsti per il secondo semestre del 2021: quei soldi non sono ancora arrivati perché mancano i decreti attuativi". Non basta. La numero uno di Assimpredil Ance ha due proposte per far fronte alla crisi e rilanciare il settore: "Allo Stato e alla Regione chiediamo un aggiornamento dinamico dei prezzi dei materiali, come succede in Francia. Ai privati, invece, proponiamo contratti collaborativi, facendo in modo che l’impresa assorba fino al 5% dell’aumento dei prezzi mentre il resto sia a carico del committente. I privati si stanno rendendo conto che devono trattare con le imprese, perché altrimenti le opere rischiano di fermarsi". Ci sono già stati lavori bloccati? "A Milano no, se non per opere piccole. Nel Sud, invece, sta accadendo. Ma senza revisione dei prezzi, le gare vanno deserte. È accaduto anche alla mia impresa".

La De Albertis parla delle grandi opere previste a Milano e il discorso scivola sul nuovo stadio di San Siro. Favorevole o no al progetto proposto da Milan e Inter al Comune? "Il nuovo stadio sarebbe stato qualcosa di utile per la città, come spesso è accaduta in altre metropoli all’estero. Tutto ciò che riesce a rendere una città più attrattiva è positivo. Per San Siro c’era l’idea di ridurre l’attuale stadio e di utilizzarlo come luogo per eventi sportivi e non solo". Colpisce che la De Albertis parli al passato di un progetto non archiviato, almeno per ora, anche se i club continuano a ripetere che stanno prendendo sempre più in considerazione l’idea di realizzare lo stadio a Sesto San Giovanni. "Se dovessi scommettere qualcosa – chiosa con un sorriso la numero uno di Assimpredil Ance – scommetterei sull’ipotesi Sesto. Ma è una mia idea, non basata su fatti concreti".

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