
“Questo corteo non è una passeggiata, la nostra voce deve essere ascoltata". Hanno marciato in cinquanta, muovendosi da piazza Leonardo al grido “Siamo le tende ci prendiamo un tetto“, fino a viale Gran Sasso, per occupare l’ex cinema Splendor al civico 50, locale chiuso dal 2007, e ribadire i propositi portati avanti già prima che la stagione estiva mettesse in stand-by le proteste degli studenti per il caro affitti: utilizzare i soldi del Pnnr per investire nelle residenze pubbliche e creare una studentato diffuso, riconvertire gli edifici vuoti di proprietà del comune e creare una città abitabile con spazi a uso sociale.
A guidare la manifestazione, i ragazzi del Politecnico appartenenti al collettivo “Tende in Piazza“, tra cui spicca Ilaria Lamera, la studentessa di 24 anni iscritta alla triennale di ingegneria e proveniente da Alzano Lombardo, la madrina del movimento, che lo scorso maggio ha piantato la prima canadese in simbolo di contestazione. "Alla fine i proprietari dell’appartamento mi hanno offerto un prezzo calmierato a 600 euro. Pagheranno in miei genitori".
Stessa situazione per Giovanni Montefoschi, 24 anni, laureando in ingegneria geo-informatica, in prima linea davanti alla struttura occupata per parlare con i giornalisti e chiarire il quadro d’insieme: "Oggi (ieri per chi legge ndr) cominceremo con una breve plenaria introduttiva e dalle 16 porteremo all’attenzione dei presenti quattro tavoli tematici: abitare in città, spazi abitativi, cementificazione, fondi pubblici. A valle ci sarà una cena sociale, giusto per goderci un momento di relax" spiega l’attivista "Domani (oggi per chi legge ndr) avremo l’assemblea plenaria e tireremo le somma di questi due giorni. Accoglieremo associazioni e collettivi da tutta Italia, anche dalla Sapienza".
Lui, come altri che hanno organizzato la manifestazione, per il momento non lavora e vive in un alloggio che i genitori possono permettersi, “ma parliamo per tutti gli altri ragazzi che sono esclusi dal diritto alla studio, per chi deve rimandare il proprio futuro a causa di una città che continua a incrementare il divario tra ricchi e poveri“. Insomma, i paladini della giustizia dei meno fortunati, promettono di fare sul serio in vista dell’incontro ufficiale in programma il 22 settembre a Palazzo Marino con il sindaco Giuseppe Sala. L’idea degli studenti è di rimanere nell’ex cinema il più a lungo possibile, ma la situazione potrebbe complicarsi per via del privato proprietario delle mura. Si tratta di una nota società della grande distribuzione, Esselunga, che nel 2020 aveva annunciato la costruzione di un supermercato, salvo poi lasciare in sospeso i lavori all’interno, compresi i ponteggi che si notano già sul portone d’ingresso. Senza considerare le infiltrazioni e le attrezzature abbandonate che rendono le tre sale dell’ex cinema inagibili. Una situazione di abbandono che va avanti da 15 anni e che per questa ragione ha visto un gruppo di residenti accogliere con entusiasmo l’iniziativa degli universitari.
"Abito nel palazzo che fa angolo (in piazzale Piola) da 39 anni e sono felicissima di vedere qualcuno interessarsi allo Splendor, io ci ho passato l’infanzia e vederlo chiuso per così tanto tempo mi fa male al cuore" racconta Aurelie Callegari. Tra i curiosi c’è anche Federica Nesso, una pensionata di 70 anni che propone di fare una raccolta firma e presentarla al comune. "Io ho studiato fisica e credo che sia fondamentale creare delle forme di tutela per i ragazzi. L’istruzione non può diventare elitaria" ribadisce Renata Villa, residente di 58 anni.