Milano, il sindaco Sala: "Carcere di San Vittore indegno, attendo la visita di Nordio"

Il primo cittadino riaccende i riflettori sulle condizioni del carcere: "Una situazione che ha ben oltrepassato i limiti della civiltà". E chiede chiarezza al ministro

Milano, 22 febbraio 2023 -  Il carcere di San Vittore a Milano? "Inaccettabile vedere i detenuti vivere in quelle condizioni". Non ha usato mezzi termini il sindaco di Milano, Giuseppe Sala che, nella puntata mattutina del suo podcast "Buongiorno Milano", ha voluto riaccendere i riflettori sullo stato dell struttura.

"Come tutte le questioni contemporanee, anche il possibile trasferimento di San Vittore e' tema complesso e meritevole di riflessione aperta e consapevole ma penso sia tempo che il Ministero della Giustizia faccia chiarezza sulle reali intenzioni", ha detto il primo cittadino. E ha domandato: "Si possono almeno ristrutturare le celle e portare la capienza a una dimensione piu' corretta? Io non sono tra quelli che spingono per un trasferimento del carcere ma credo sia ormai inaccettabile vedere i detenuti vivere a San Vittore in quelle condizioni".

Si tratta dello stesso allarme lanciato la scorsa estate, stessi gli argomenti e le posizioni in campo. E' diverso, pero', il titolare del ministero competente con l'insediamento in via Arenula di Carlo Nordio. "Delle carceri e delle condizioni di cui parlano i detenuti ogni tanto si parla - ha proseguito Sala - magari come conseguenza di qualche tragico accadimento, ma e' oggettivo che se non si riusciranno a creare condizioni di vita accettabili nei nostri istituti penitenziari qualsiasi percorso di rieducazione avra' vita durissima. Il carcere di San Vittore ne e' un chiarissimo esempio. Chiunque abbia l'occasione di una visita al nostro carcere potrebbe facilmente verificare che le condizioni di vita dei reclusi sono al di la' dell'accettabile, anche un po' al di la' dell'immaginabile. Quest'estate, una delle piu' torride della nostra storia, l'associazione Antigone ha certificato a San Vittore un affollamento del 190 per cento rispetto alla sua teorica capienza". 

"Si tratta di una situazione che ha ben oltrepassato i limiti della civilta'" e "molte possono essere le motivazioni di una necessaria riflessione in materia - ha evidenziato e ribadito il sindaco - pero' vorrei sottolineare una cosa: personalmente ritengo che molte, se non tutte, potrebbero essere superate dalla constatazione che non e' parte del cuore di Milano obbligare una detenuta, magari incinta, a condividere con tre altre detenute uno spazio di pochissimi metri quadrati, poco piu' di 10, dovendo utilizzare un bagno alla turca". "Scusate se sono crudo, ma e' quello che ho verificato personalmente qualche mese fa. Queste condizioni di vita sono indegne di Milano e della sua tradizione di citta' equa e accogliente".

Il sindaco ha raccontato poi che "spesso le opinioni si sono scontrate tra la volonta' di non escludere il carcere San Vittore dalla vita della citta', facendolo quindi rimanere dove e', e la richiesta, dall'altro lato, di avere una struttura piu' moderna e in grado di offrire condizioni di vita piu' accettabili ai suoi ospiti". Quindi ricostruisce che "certamente una figura centrale in questa vicenda fu il cardinale Martini: fu proprio nel carcere di San Vittore che il cardinale fece la sua prima visita pastorale, era nel 1981. Visito' le celle e i cortili per quattro giorni, parlo' coi detenuti, con gli agenti, e conobbe anche i terroristi rinchiusi nella sezione di massima sicurezza. Poi ogni Natale Martini celebro' la messa nel carcere ripetendo che San Vittore e' il cuore di Milano. Un po' prendendo spunto da queste parole - ha sottolineato  - molti si sono sempre espressi con contrarieta' all'ipotesi di chiusura o di postamento del carcere, poi ci sono anche motivi logici legati al personale che ci lavora, al grande volontariato che vi opera, al ruolo dei difensori dei detenuti".

Il carcere di San Vittore, costruito secondo il modello del Panopticon, fu originariamente edificato in una zona poco popolata. Poi e' stato una struttura centrale nella vita della Milano del '900 e ha avuto un ruolo particolarmente tragico nella seconda guerra mondiale. Tra il dicembre del 1943 e il gennaio del 1945, San Vittore fu in parte dedicato alla reclusione di ebrei destinati ai campi di concentramento tedeschi, e all'indomani del 25 aprile 1945 venne liberato dalle brigate Matteotti. Dal dopoguerra in avanti, piu' volte si e' denunciata la critica situazione del carcere. Carcere che nel frattempo e' stato affiancato dalle nuove strutture di Opera e Bollate. 

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