“Cara“ Milano Inflazione al 12% Aumentati pure pane e acqua

Una famiglia spende in più 3.258 euro all’anno. Secondo posto nella classifica tra le città italiane

di Marianna Vazzana

Il pane è aumentato del 15% rispetto a un anno fa. E il prezzo continua a salire: in un mese è cresciuto dello 0,5%. L’acqua minerale del 15,6% (con un “freno“ di –1,8 tra novembre e dicembre, magra consolazione). Sono due esempi presi dall’indice dei “prezzi di consumo“ a Milano, datato dicembre 2022. Beni scelti non a caso visto che pane e acqua rappresentano i beni di prima necessità per eccellenza, non certo un di più. Segno che lascia già intendere quanto il costo della vita sia aumentato in generale: per l’esattezza, a Milano, di 3.258 euro in un anno per una famiglia media. L’Unione nazionale consumatori ha elaborato i dati diffusi dall’Istat sull’inflazione stilando la lista dei rincari delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti. E se in testa alla classifica c’è Bolzano dove l’inflazione è pari a +12,5% (da dicembre 2021 a dicembre 2022), la sesta più alta d’Italia ma con maggior spesa aggiuntiva (3.322 euro su base annua), al secondo posto “brilla“ proprio Milano, dove il rialzo dei prezzi del 12%, l’undicesima inflazione più elevata, determina un incremento di spesa annuo pari appunto a 3.258 euro per una famiglia. Se il nucleo è di 4 persone, il rincaro è di 4.655 euro. Tre persone invece spendono 3.894 euro in più nell’arco dei 12 mesi. La città più virtuosa è invece Potenza, con un’inflazione del 9,2% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a “solo” 1.817 euro. Tornando all’ombra della Madonnina, si nota anche che a crescere non è solo il “tasso tendenziale annuo“ (che misura la variazione in percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), che è del 12% confrontando la situazione di dicembre 2022 con quella di dicembre 2021, ma anche il “tasso congiunturale“ che prende in esame i dati rispetto al mese precedente. Ecco: a Milano, in un mese, l’incremento è stato dello 0,2%.

Schizzati alle stelle i beni energetici: si spende il 135,6% in più per energia elettrica, gas e altri combustibili (ma –2,9% in un mese). I “beni energetici“ in generale sfiorano il 70% in più rispetto a dicembre 2021 ma sono scesi del 2,7% rispetto a novembre 2022. Aumentati del 4,3% i servizi per mantenere la casa. Tra i cibi, accanto al pane è aumentato molto altro: il riso, del 36,4% (e rispetto al mese precedente è lievitato del 3%); 9,9% in più per le carni e per i pesci e i prodotti ittici in generale. Dato all’insù pure per latte, formaggi e uova (18,5%). Rialzo anche nel comparto abbigliamento: gli indumenti per uomo sono cresciuti del 3,1%, del 3,2% quelli per bambini e ragazzi. Vestirsi per una donna invece è ancora più costoso: +4,3% rispetto a un anno fa.

Stilata anche la classifica delle regioni più “costose”: con un’inflazione tendenziale a dicembre pari a +12,3%, è il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 3.196 euro su base annua. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi dell’11% implica un’impennata del costo della vita pari a 2.858 euro, terza la Liguria, +13,6%, con un rincaro annuo di 2.806 euro. La regione più risparmiosa è il Basilicata, +9,3%, pari a 1.801 euro, seguita dalla Calabria (+11,2%, +2.049 euro). Medaglia di Bronzo per la Puglia (+12,7%, +2.056 euro).

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