Caos in ufficio "Modelli europei ancora lontani"

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Ci sono aziende che hanno inserito un “premio“ in busta paga per coprire le spese per elettricità e riscaldamento aumentate con lo smart working, altre hanno messo nero su bianco il diritto alla disconnessione, un freno al “messaggio selvaggio“.

Altre ancora hanno consegnato ai dipendenti computer e tablet. Pratiche virtuose che, però, sono ancora marginali rispetto al numero degli impiegati che stanno ancora lavorando da remoto. La maggior parte delle ditte, soprattutto quelle che prima della pandemia non avevano mai sperimentato forme di smart working, procede ancora in ordine sparso, senza regole chiare e ben definite in una situazione di emergenza che si trascina da un anno.

"Bisogna utilizzare le trasformazioni nel mondo del lavoro per ragionare su sistemi diversi di orari, sul trasporto pubblico locale, sullo smart working o altri modelli di organizzazione del lavoro con uno sguardo all’Europa", spiega il segretario generale della Uil Milano e Lombardia, Danilo Margaritella, intervenendo sulla web tv Sindacato.tv. La grande incognita è legata alla fine del blocco dei licenziamenti e alle future mosse del Governo Draghi per rilanciare l’occupazione. "Oggi uno dei temi più urgenti nel mercato del lavoro è quello dell’incontro fra domanda e offerta – prosegue – le imprese ce lo stanno rappresentando ormai da molto tempo e servono quindi delle soluzioni a breve termine e a medio periodo. Serve un progetto di politiche attive, come stiamo ribadendo a tutti i livelli".

A.G.

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